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Perché Nainggolan non va punito: è già bravo a farsi del male da solo

Il video di capodanno del centrocampista giallorosso, oggi rimosso dal web, ha scatenato un turbinio di polemiche e giustificate contestazioni: tra bestemmie, compiacimenti, sigarette e alcool Nainggolan ha distrutto in pochi minuti la propria immagine di leader e trascinatore, schiacciato dal suo stesso personaggio social.
A cura di Alessio Pediglieri
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Una leggerezza. Imperdonabile. Radja Nainngolan è caduto nella trappola che non lascia scampo, quella che ogni social network almeno una volta della vita riserva a chi ne fa uso, soprattutto massiccio. Come il centrocampista della Roma e della nazionale belga che durante le ultime festività ha ecceduto nei festeggiamenti da pubblicare sul web, postando un video – oggi rimosso – che ha oramai segnato il profilo pubblico del giocatore. In negativo, rendendolo preda e oggetto dell'ironia e della rabbia – giustificata – da parte dei tifosi giallorossi e non. E dimostrando come si possa diventare schiavi del proprio personaggio.

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La domanda è semplice e spontanea: perché un professionista, un uomo di mondo, che sa come funzionano i social network visto che ne fa un uso importante per raccontare i propri pensieri e particolari della propria vita privata, deve pubblicare un video tra alcool, bestemmie e sigarette? La voglia di eccedere, di esprimersi sempre al di sopra delle parti, la voglia di mostrarsi superiore. O semplicemente commettendo una ingenuità imperdonabile, da cui non si può tornare indietro con il tasto ‘delete'.

Un video che oggi è stato rimosso dallo stesso calciatore ma che mai potrà rimuovere i sentimenti che quelle immagini hanno scatenato. E dire che Nainggolan è stato sempre attento a pubblicare solamente ciò che lo rappresentasse, tra critiche aperte ad altri tifosi che lo attaccavano, a esternazioni sopra le righe sull'odiata Juventus, fino al suo amore per i colori giallorossi. Trasformandolo in autentico leader e trascinatore della folla romanista, che lo ha eletto a paladino della causa giallorossa.

Bene, quel video ha tradito – oltre se stesso – tutti i propri sostenitori che oggi si ritrovano a non poter difendere il proprio beniamino, reo di tanto: riprendendosi mentre beve, fuma, gioca a tennis da ubriaco bestemmiando e compiacendosi. E il peggio è arrivato con il post successivo, a mente lucida, davanti alle migliaia di notifiche, dove lo stesso Nainggolan accusava i propri detrattori di doversi "fare una vita" invece di pensare a ciò che lui andava pubblicando

Adesso ci saranno i classici provvedimenti da parte della società che lo multerà e – forse – terrà lontano dal terreno di gioco per una partita o due. Ma non conta. Il problema per Nainggolan è un altro: ha sempre difeso la sua immagine di leader e trascinatore, si è sempre dimostrato – nel bene e nel male – un uomo coerente con le proprie idee. Ha costruito attorno a se un personaggio che andava oltre i 90 minuti di gioco. Ma adesso, da quel personaggio è stato schiacciato e difficilmente potrà levarsene di dosso ciò che ne resta.

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