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Perché l’Inter ha giocato male e perso col Sassuolo, i numeri del flop

Stecca l’Inter a Sassuolo, alla settima vittoria in A contro i nerazzurri. Non sono bastati 210 passaggi in più ai nerazzurri per dare un senso a una prestazione confusa. Non sono serviti 388 tocchi in avanti, 168 diretti negli ultimi trenta metri. I 15 tiri svaporano di fronte all’evidenza che solo 3 conclusioni centrano lo specchio della porta, i 9 dribbling raccontano anche di una squadra che ha faticato a cambiare passo.
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L'eco della prima in Italia di Cristiano Ronaldo, la prima vittoria di Ancelotti a Napoli, lo stupore per il debutto di Kluivert alla Roma. Nella prima giornata che inaugura le polemiche per il protocollo del VAR, nel weekend amaro dei fratelli Inzaghi, battuti entrambi in casa, la stecca più stonata è la resa dell'Inter, che si conferma vittima preferita del Sassuolo.

Lautaro-Icardi, intesa da costruire

Sette successi in undici partite: contro nessun'altra squadra in A il bilancio del Sassuolo è positivo come contro l'Inter. Gli emiliani, che hanno perso solo una volta su sei all'esordio in A, neutralizzano l'ex Politano e Icardi, che vede via via sfumare il ricordo della sua prima tripletta in A con la maglia dell'Inter, proprio ai neroverdi quattro anni fa.

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Non sono bastati 210 passaggi in più ai nerazzurri per dare un senso a una prestazione confusa. Non sono serviti 388 tocchi in avanti, 168 diretti negli ultimi trenta metri. I 15 tiri svaporano di fronte all'evidenza che solo 3 conclusioni centrano lo specchio della porta, i 9 dribbling raccontano anche di una squadra che ha faticato a cambiare passo, a disordinare una difesa come quella neroverde attenta senza rinunciare ai principi offensivi di De Zerbi.

Certo, è solo la prima giornata, e ogni allenatore ha la possibilità di mostrare la sua filosofia senza che la pressione per il risultato diventi il principio intorno a cui orientare tattiche e strategie. Indubbiamente servirà tempo anche per perfezionare l'intesa tra Icardi e l'amico Lautaro Martinez, 18 passaggi riusciti in due. Il nuovo arrivato ha tentato 13 volte l'uno contro uno, e 7 volte ha saltato l'uomo, ma non ha praticamente mai trovato la posizione per dialogare con Icardi.

Dalbert, ennesima bocciatura

Nel primo tempo l'Inter la partita la perde a sinistra, con Asamoah alto e lucido ma senza le spalle coperte da un Dalbert che non chiude su Icardi, non ne riduce le possibilità di dare profondità e non lo segue quando taglia verso il centro. Nel secondo l'ex Juve arretra e con Perisic davanti è un'altra storia. Ma gli attacchi perdono via via di lucidità, all'avvicinarsi del fischio finale, e il confine tra la velocità, che è una virtù, e la fretta, che porta all'errore, viene sempre più spesso scavalcato.

La sorpresa, comunque, è un Sassuolo peggior attacco dell'anno scorso che sembra aver già preso in maniera convinta la strada del calcio esigente e non immediato di De Zerbi.

I passaggi negli ultimi 30 metri evidenziano la poca pericolosità dell'Inter
I passaggi negli ultimi 30 metri evidenziano la poca pericolosità dell'Inter

Ronaldo, buona la prima

Ha chiuso con 16 passaggi in avanti, 21 all'indietro e altrettanti diretti negli ultimi trenta metri, Cristiano Ronaldo. Ha completato quattro dribbling e tentato otto tiri alla sua prima in bianconero. Dopo due settimane di allenamento, comunque sta bene e nel secondo tempo ha già iniziato a orientare giocate e posizioni della Juve. Le azioni d'attacco, anche quando si è defilato a sinistra, lo vedono presente anche se non segna.

La presenza è quanto mai rilevante, la prima impressione è che molto dipenderà da quanto Dybala si adatterà all'inevitabile evoluzione: dovrà diventare più completo ma accettare di essere meno al centro del gioco e dell'attenzione.

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Ancelotti e i lavori in corso a Napoli

Sul Napoli, la prima impressione è di lavori in corso. La squadra di Ancelotti, nei pronostici della vigilia, viene spesso considerata dietro l'Inter o la Roma nella griglia delle rivali della Juventus. Certo, può sembrare sorprendente, e per certi versi lo è, che una squadra da 91 punti non incontri una tale fiducia. Ma la scelta in controtendenza rispetto alle big, non rinforzare la squadra ma cambiare l'allenatore, la rende la meno decifrabile delle squadre di vertice. E la vittoria dell'Olimpico contro la Lazio non chiarisce del tutto.

Che modulo vedremo da qui a fine anno?

Sarà il 4-3-3 il modulo per tutta la stagione? Se è così, la prima giornata racconta che Hamsik, come il Pirlo inventato regista basso da Ancelotti al Milan, ha bisogno di Zielinski, già ottimo, e di un corridore capace di recuperi energici visto il suo contributo praticamente nullo alla fase difensiva. Si andrà verso il 4-2-3-1, che richiede più tempo di apprendimento ma potrebbe rappresentare meglio le caratteristiche dei centrocampisti senza più Jorginho? E come cambieranno posizioni e comportamenti dei centrali di difesa nel passaggio da Reina a Karnezis? Domande che richiedono tempo. E il tempo, si sa, è nemico delle squadre che devono vincere.

Kluivert, 20′ per conquistare Roma

La prodezza di Dzeko illumina un esordio con qualche ombra per la Roma. Preoccupa Olsen, che commette due errori potenzialmente decisivi, uno sul gol poi annullato dal VAR (e già dalla prima giornata riemergono i dubbi sul protocollo di intervento degli arbitri ai monitor). Delude Pastore, anche se per Di Francesco ha solo bisogno di ritmo partita. Stupisce Kluivert, che papà Patrick avrebbe voluto vedere all'Ajax ancora per un anno. I primi venti minuti in Italia gli avranno fatto cambiare idea. In pochi minuti, fa meglio di Under e di El Shaarawy. Può giocare sulle due fasce e la naturalezza con cui si sposta sui due fronti genera il doppio passo e il cross morbido per la girata del bosniaco. La giocata di Džeko è enorme, l'aspettativa intorno all'olandese già cresce.

I tiri di Torino e Roma
I tiri di Torino e Roma

Caputo, i grandi amori non finiscono

Era il 28 novembre 2010 quando Caputo, su un assist al bacio di Rivas, definiva l'1-1 del Bari contro il Cesena. Era il suo primo gol in Serie A. Resterà anche l'unico, fino a stasera. Su una brutta palla persa dal Cagliari, su servizio di Zajc fulmina Cragno sul primo palo e completa il 2-0. “A Empoli si respira calcio, si fa calcio vero. Io mi sono trovato subito a mio agio. C’è un gruppo difficile da trovare, poi con l’arrivo di Andreazzoli abbiamo fatto il salto di qualità” diceva alla fine della scorsa stagione durante il Gran Galà Top 11 Serie B. “Non ci aspettavamo di fare un campionato così importante, però non ci ha regalato niente nessuno e siamo contenti di quanto fatto”.

Prima giornata e prima bevuta mimata, esultanza che richiama la birra artigianale che da un paio d'anni produce con due amici, la prima con il pane di Altamura nell'elenco degli ingredienti. Il segreto del successo, stimolo per un viaggio iniziato dalla prima categoria e ritornato in serie A dopo i sei mesi a Bari di otto anni fa. Prosit

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