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Perché la Uefa non ha ancora emesso il verdetto sul Milan e quando ci sarà la sentenza?

Quando verrà emesso il verdetto della Uefa sul Milan? Quali sanzioni dovrà scontare? Ecco tre motivi essenziali che hanno spinto i giudici della Camera giudicante della Federazione a far slittare la comunicazione della sentenza di qualche giorno rispetto a quanto previsto dopo l’ultima udienza a Nyon.
A cura di Maurizio De Santis
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Snervante. L'attesa per la sentenza della Uefa e per le sanzioni che il Milan alimenta tensione e preoccupazione tra i tifosi rossoneri, in ansia anche per il futuro del club e di una cessione (la seconda nel giro di un paio di anni) che potrebbe materializzarsi a breve con l'arrivo al timone della società di Rocco Commisso, l'imprenditore italo-americano che ha presentato un'offerta di 500 milioni di euro a Yonghong Li per rilevare il toto il pacchetto di maggioranza.

Le domande più ricorrenti al momento sono: quando si conosceranno le decisione della Commissione federale in materia di bilanci e fairplay finanziario? E, soprattutto, perché tarda ad arrivare rispetto a un limite che era stato fissato a venerdì scorso? La risposta non è solo nella severità della punizione (2 anni di esclusione dalle Coppe più un altro con la condizionale e 30 milioni di multa) ma anche nella volontà della Camera giudicante di emettere il provvedimento nella maniera più completa, chiara e inappuntabile sia possibile. Cosa significa? Che il cosiddetto ‘giorno x' può essere anche mercoledì, che serve aspettare altre 24 ore o forse di più. In base alle ultime notizie che filtrano da Nyon le ragioni di questo slittamento sarebbero essenzialmente tre:

  • I giudici dinanzi ai quali c'è stata l'udienza finale e sono chiamati in causa a valutare la situazione vogliono anzitutto che la sentenza sia inattaccabile. Insomma, che l'enunciato non abbia spunti tali che un eventuale ricorso al Tas lo possa ribaltare o sminuire.
  • Secondo fattore: pur nella giustizia e nella severità delle sanzioni dovute, l'intenzione da parte dei giudici è evitare sanzioni che, tenendo conto della transizione societaria in atto sì da evitare che il Milan passi nelle mani del Fondo Elliott, risultino troppo vessatorie nei confronti della (possibile) nuova proprietà.
  • La trattativa societaria. Una sentenza del genere, considerati i termini finanziari, i soggetti coinvolti e una scadenza ravvicinata del debito (i 32 milioni di euro che Li dovrebbe restituire al Fondo Elliott e versati in quota aumento di capitale), potrebbe anche costituire un precedente che fa giurisprudenza. E' anche per questa ragione che serve tempo per elaborare una sentenza che sia perfetta.
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