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Pellé, come rovinare tutto credendo di essere Totti

Un grande Europeo macchiato dal rigore sbagliato e dal gesto che lo ha preceduto. Pellé ha cercato di entrare nel mito, ma sarebbe bastata una “pallaccia” centrale e tutti sarebbero rimasti sul suo carro.
A cura di Mirko Cafaro
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I meno giovani avranno avuto un sussulto alla vista del gesto di Pellé sul dischetto all'indirizzo di Neuer. "Ora ti faccio il cucchiaio": una frase che, infarcita di un po' di romanità, avrà riportato alla mente Totti, nell'Europeo del 2000, in quella mitica semifinale proprio contro i padroni di casa dell'Olanda. Una squadra diversa, imbarazzante per quantità di talento, ma che oggi come allora non partiva con i favori dei pronostici e anzi fu costretta a una strenua resistenza (in 10 per l'espulsione di Zambrotta nel primo tempo), contro quei satanassi degli oranje che avrebbero meritato ben altra sorte. Ma questa è un'altra storia.

Er cucchiaio, dicevamo: Totti nel 2000 non fece gesti plateali prima del tiro, è stato poi Di Biagio a svelare il retroscena e a rendere ancora più mitica quella scena, rimasta nell'immaginario collettivo come se quella frase il numero 10 della Roma non l'avesse sussurrata nell'orecchio del compagno, ma in mondovisione. La differenza sostanziale è tutta qui: Pellé, in Germania-Italia, ha fatto un gesto inconfondibile a favore di telecamera e poi ha sbagliato; Totti ha fatto correre un brivido solo sulla schiena del compagno per poi far esultare tutti. Fermarci qui, però, sarebbe superficiale.

I rigori sono un grande gioco psicologico, prima che tecnico, e se riguardate le immagini, vedrete Neuer cercare di disturbare tutti i tiratori (legittimamente); non è da escludere, dunque, che quella dell'attaccante salentino fosse solo una risposta. E già così il suo "reato" di sbruffonaggine meriterebbe di essere depenalizzato. Se provate ad approfondire la sua carriera, poi, il buon Graziano non è nuovo a questi gesti tecnici e in Nazionale si è già esibito nel cucchiaio alla Totti.

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La prima volta nel 2005, Mondiale Under20 da leader e scavetto al Marocco nei quarti di finale; quindi due anni dopo, agli Europei Under21 contro il Portogallo: in una squadra infarcita di talento (Pazzini, Rossi, Montolivo, solo per citarne alcuni), fu lui a buttar dentro il rigore "al rallenty". Più di recente lo ha fatto anche col Southampton. Un motivo in più per provare a far venire qualche dubbio a Neuer che, come tutti i portieri, avrà studiato nel pre-partita i rigoristi dell'Italia.

Ma al di là del singolo episodio, non bisogna incorrere nell'errore di innalzare l'attaccante a capro espiatorio dell'uscita azzurra, perché se c'è qualcuno che ci ha condotto a quella serie di rigori, al di là del blocco di difesa, quello è proprio Pellé. Ripercorrete il suo Europeo al di là dei due gol, riguardate la sua generosità, il gioco spalle alla porta, l'intesa con Eder, la capacità di far reparto da solo, di arretrare a recuperare il pallone, di far rifiatare la squadra e di giocare da regista avanzato, in assenza di un regista. E in fondo è stato proprio questo l'errore di Graziano: voler entrare nel mito, quando sarebbe bastata una "pallaccia" tirata centrale e magari di punta e molti, anche oggi, avrebbero continuato a tessere le lodi dell'attaccante ballerino, senza scendere dal suo carro.

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