Passo falso Juve: né Mandzukic, né Pogba. E’ mancato il guizzo del leader
Mai la Juventus era scivolata al debutto in campionato. In oltre 40 anni di onorata presenza in massima serie, erano state 33 le vittorie alla prima coronate da 7 pareggi. Uno score immacolato che da quest'oggi 23 agosto 2015 non è più così, colpa dell'Udinese di Colantuono che ha castigato i campioni d'Italia con la rete decisiva di Thereau. Una sconfitta più clamorosa che pesante visto che dopo 90 minuti non è intelligente né corretto stilare bilanci. Eppure al di là del risultato c'è anche qualcos'altro su cui dovrà lavorare subito Max Allegri prima che la pioggia si trasformi in grandine: è stato evidente per tutti i 90 minuti la mancanza di un vero leader in campo. Laddove l'anno scorso c'era esuberanza di personalità tra Tevez, Pirlo e Vidal, contro i friulani è mancato il midollo alla colonna spinale che avrebbe dovuto tener ritto l'onore tricolore.
Fallimento numero uno: Pogba
Un '10' sbiadito – E' mancato soprattutto Paul Pogba, il ‘Polpo' oggetto di mercato (ancor oggi) e talento difeso a spada tratta dalla dirigenza juventina pronta a sacrificare milioni sonanti alla causa di vederlo trionfare – possibilmente in Europa – con i colori bianconeri prima di cederlo e rimpinguare le casse societarie. Il centrocampista francese ha steccato la prima con il numero 10 sulle spalle. Lo stesso che aveva Carlitos Tevez, l'Apache dal pelo indurito da stagionmi vincenti vissute in giro per il Vecchio Continente. Oggi, quella maglia – che Pogba ha voluto espressamente – è risultata sbiadita, opaca, priva di talento e personalità.
Leziosità poco gradita – Per il centrocampista francese dal valore (quasi) inestimabile era doveroso aspettarsi di più per svariati motivi. Ma è parso un giocatore qualunque, uno tra i tanti pur circondato da comprimari di second'ordine come Pereyra e Padoin. Senza mai brillare né prendere per mano i compagni davanti ad una avversaria tutt'altro che irresistibile. Forse la pressione di dover dimostrare subito tutto, forse la voglia di strafare e stupire, forse il pensiero che fosse tutto (troppo) facile. Fatto sta che Pogba non ha fatto la differenza e quando ha avuto le occasioni per dimostrare di avere la maglia giusta sulle spalle, invece di scegliere la soluzione giusta si è perso in raffinatezze che ne hanno condizionato il rendimento.
Fallimento numero due: Mandzukic
Giro a vuoto – Anche in avanti è mancata personalità nel momento del bisogno. Allegri aveva out importanti protagonisti come Khedira, Morata e Marchisio. Si è presentato ai blocchi con Padoin in regia e Pereyra sulla trequarti. Ha chiesto uno sforzo importante soprattutto dai giocatori di maggior esperienza e qualità, come Mandzukic ma non ha avuto risposte. Il bomber croato si è mosso anche bene, ha avuto le sue occasioni ma non le ha sapute sfruttare.
Calo crescente – Allegri non l'ha aiutato di certo affiancandogli il giovane (inconcludente) Coman. Davanti al proprio pubblico, senza un compagno di reparto all'altezza tutto si è complicato ma è pur vero che l'ex Atletico non ha mai dato l'impressione di poter risolvere la situazione. Anche quando è entrato nella mischia l'altro debuttante in bianconero, Dybala (per il giovane francese) ed è scomparso nel finale laddove si richiedeva – in svantaggio – il raddoppio degli sforzi, impantanandosi in area con l'appena entrato Llorente.