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Parma, sequestrati a Ghirardi beni per 4.5 milioni di euro

Il provvedimento conservativo spiccato dal Tribunale di Brescia in seguito al ricorso presentato dalla Energy TI Group per una somma di 4.5 milioni di euro.
A cura di Maurizio De Santis
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Il ‘vecchio' Parma non c'è più ma restano scorie della gestione che, da Ghirardi a Mainenti (l'ultimo avvicendatosi al timone della società), ha portato il blasone emiliano al fallimento. Di recente, il ‘nuovo' Parma s'è aggiudicato all'asta fallimentare tutti quei trofei che i gialloblù avevano conquistato negli anni d'oro: un modo per garantire una continuità ideale alla storia e alla tradizione sportiva. Il Tribunale di Brescia ha disposto il sequestro conservativo dei beni di Tommaso Ghirardi, ex massimo dirigente del club gialloblù, per una somma. Un provvedimento fondato sulla cifra di 4.560 milioni di euro in accoglimento del ricorso presentato dalla Energy TI Group, azienda che aveva acquistato il 10% delle azioni della società ducale e sottoscritto anche un contratto di sponsorizzazione pagando circa 4 milioni di euro (3.950).

A rilanciare la notizia è stata l'emittente Teleducato e si colloca nel solco delle deduzioni che hanno condotto la magistratura lombarda ad accendere i riflettori su un particolare: ovvero che la Energy TI Group abbia accettato di affiancare l'ex presidente (sia pure con una quota minoritaria) sulla base di un bilancio – quello presentato a giugno del 2013 – definito "non veritiero". Cosa significa? Che secondo gli inquirenti – è la tesi da dimostrare – ci sarebbe la responsabilità personale, diretta di Ghirardi in quest'operazione.

Va, però, chiarito che nei confronti dell'ex massimo dirigente del Parma non è stata emessa alcuna sentenza di condanna rispetto a un ricorso accolto e cui termini sono da dimostrare. In questo senso la decisione del Tribunale di Brescia è, per adesso, solo una misura cautelare e preventiva, di tutela dell'istanza dell'azienda che ha fatto causa a Ghirardi. Il tutto nell'attesa (30 giorni) che venga istruito un giudizio di merito sulla questione. Un provvedimento (il sequestro conservativo) la cui funzione, in quanto a efficacia vincolante, si avvicina al pignoramento.

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