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Parma, finita la corsa contro il tempo: Manenti non si presenta in tribunale

Non è stato presentato alcun piano finanziario con il patron del Parma che non si è fatto vedere in tribunale. Così il 19 marzo partirà l’udienza fallimentare. Intanto si vocifera di una presunta offerta da 500 mila euro da parte della Proto-Group.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il conto alla rovescia è già iniziato: Giampietro Manenti ha ventiquattro ore di tempo per presentare al Tribunale un piano per salvare il Parma Calcio dal fallimento, altrimenti giovedì prossimo, il 19 marzo, si aprirà l'udienza fallimentare davanti alla Procura. Una vera e propria corsa contro il tempo, nella quale però molti hanno perso la speranza. In città la delusione è tanta e ci si prepara al peggio: nessuno si aspetta un miracolo dal neo-presidente della società emiliana, che finora non è risciuto a fare nulla per evitare l'inasprirsi di questa situazione. E la data del 19 è sempre più certa visto che oggi il presidente del Prm non si è presentato in tribunle e non ha presentato alcun "piano di rilancio". Al suo posto ha fatto capolino Marco Preti, direttore finanziario del club: un quarto d'ora di colloquio, presentati i bilanci della società degli ultimi tre anni, un documento nel quale si certifica che Manenti è il presidente.

Lunedì, il finanziare Alessandro Proto ha provato a rilevare la società. Ne ha dato notizia la stessa Proto Enterprises Ltd London, che ha confermato di avere "formulato una proposta di acquisto per l'intero pacchetto della società". Offerta che sarebbe consistita in cinquecentomila euro ma che, a quanto pare, Manenti avrebbe respinto. Si ritorna, dunque, al punto di partenza: al momento la società è in balia degli eventi, anche se di tanto in tanto si apre qualche spiraglio di luce. Tavecchio ha parlato dell'esistenza di un fondo americano che sarebbe interessato alla società emiliana, ma al momento non filtra nessun'altra notizia al riguardo.

Ma a destare scalpore è stato anche il nome di Eugenio De Paolini Del Vecchio, spuntato nella vicenda come presunto "garante", verso i dirigenti del Parma durante la breve gestione Taçi, per quanto riguarda un eventuale "ritardo" nell'azione di verifica sui conti societari da parte della Guardia di Finanza. Materia delicata, e che sarà ovviamente soggetta ad ulteriori approfondimenti: la Procura per ora ha sospeso dal servizio il tenente colonnello Luca Albanese ed il colonnello Danilo Petrucelli, indagando anche su di loro. Lo stesso De Paolini, tra l'altro, è condannato in via definitiva all'ergastolo per gli omicidi del patrigno e due cugini per quanto riguarda questioni sul denaro di famiglia. Sul coinvolgimento di De Paolini nella vicenda Parma sta indagando la Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna: pare infatti che abbia ricoperto un ruolo fondamentale per far entrare prima Taçi e poi Manenti nella gestione della società emiliana. Una matassa, insomma, sempre più ingarbugliata che la magistratura sta provando a sbrogliare.

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