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Parma crac, riparte dai Dilettanti

Se non dovesse andare in porto il “fallimento pilotato”, il Parma potrebbe essere costretto a ripartire dalla categoria dilettantistica. Il sindaco Pizzarotti: “Manenti faccia chiarezza, sta acquistando un club mica una salumeria di paese!”. Domani i tifosi si raduneranno comunque davanti al Tardini.
A cura di Alberto Pucci
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Prima Donadoni e i giocatori, poi Giampiero Manenti ora Federico Pizzarotti. Ai tifosi del Parma non rimane altro che sperare nel lavoro del sindaco della città emiliana che, già da ore, ha preso a cuore (e fisicamente in mano) la situazione del club ducale. Il primo cittadino sta cercando di "salvare il salvabile", tentando di portare in Tribunale la società per un "fallimento pilotato": soluzione che garantirebbe al club di mantenere il titolo sportivo, di ripartire dalla prossima (e più che probabile) Serie B e aspettare un nuovo acquirente che, all'asta, comprerebbe il club ma, soprattutto, i debiti accumulati dallo stesso. Il "fallimento pilotato", che può essere richiesto a stagione in corso, può avvenire su richiesta della Procura, su quella dei creditori e perché vengono portati i libri in Tribunale dall'amministratore della società. Nel mare di problemi in cui cerca di stare a galla la società emiliana, quella del "fallimento pilotato" rimane la soluzione probabilmente migliore e più auspicata da tutte le persone che hanno a cuore il Parma Calcio.

L'incubo dei Dilettanti e le parole del sindaco – L'eventualità alla quale tutti guardano con paura è quella di non riuscire a far passare il "fallimento pilotato" e, quindi, di dover perdere il titolo sportivo e ripartire addirittura dalla categoria Dilettanti. Sarebbe un duro colpo anche per Federico Pizzarotti che, ai microfoni di Sky, ha ammesso che: "basterebbe poco da parte del presidente Manenti per chiarire bene come stanno le cose e illustrarle". Nel corso dell'intervista rilasciata all'emittente satellitare, il sindaco ha spiegato quali saranno i suoi prossimi passi: "Intanto abbiamo deciso di non mortificare giocatori e tifosi, in un momento così difficile, giocando a porte chiuse perché non c’erano i soldi per pagare gli steward – ha dichiarato – Poi ho deciso che da lunedì andrò a Collecchio ogni giorno per fare il punto della situazione insieme agli avvocati della FIGC e dell’AIC, per capire con Manenti e gli avvocati che lo stanno seguendo qual è la situazione. A ieri non ho visto garanzie che mi hanno tranquillizzato a livello economico, quindi visto che si dice sempre ‘domani arriveranno i soldi’ ormai non penso che sia solo una questione economica. Ormai il rapporto con la città si è incrinato e, anche se arrivassero i soldi, bisognerebbe ripartire con una modalità diversa. Per acquistare una squadra di calcio in una situazione difficile come questa, penso sia il minimo avere chiare le tempistiche, le garanzie e l’organizzazione per far arrivare soldi dall’estero. Non si sta acquistando una salumeria in un qualche paesino sperduto!".

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