Paraguay: Salvador Cabañas da calciatore a panettiere, dopo un proiettile nella testa

Era uno dei giocatori più prolifici del Paraguay, un cannoniere da 66 reti in 115 partite, un mito per i tifosi dell'Albiroja. Stava tutto andando alla grande per Salvador Cabañas: ex attaccante della "Selecao" paraguaiana e bomber dell'América, squadra di Città del Messico. Un sogno che, però, si è infranto in un fredda notte del 2010 quando, dopo una discussione in un famoso bar della capitale, un narcotrafficante gli spara a bruciapelo colpendolo alla testa. Da quel tragico momento, la vita di Cabañas è cambiata drasticamente. A distanza di quattro anni, dopo il ricovero d'urgenza in ospedale, il mese di terapia intensiva, il delicato intervento chirurgico e la decisione dei medici di non rimuovere il proiettile dal suo cranio, il 34enne attaccante paraguaiano oggi sbarca il lunario aiutando i suoi genitori nella panetteria di famiglia. In questi tragici mesi, Cabañas ha dovuto abbandonare definitivamente il calcio (nonostante un disperato tentativo nel 2012) e costruirsi una nuova vita dopo la separazione dall'ex moglie: causa che ha fatto perdere al giocatore tutti i soldi guadagnati in carriera e alcuni beni preziosi, tra i quali un palazzo ad Asunción, valutato più di 5 milioni di dollari.
La fede in Dio – Ogni giorno, quando si alza alle quattro del mattino per preparare il pane che poi dovrà andare a vedere con il suo camioncino, Salvador Cabañas alza gli occhi al cielo e ringrazia: "Dio mi ha dato una seconda possibilità – ha confidato l'ex giocatore in un'intervista ripresa anche dalla Gazzetta dello Sport – Quello che faccio ora mi piace. La gente mi riconosce, mi parla di calcio e io rispondo a tutti con piacere. Purtroppo sono rimasto senza soldi, dopo il divorzio dal mio procuratore e da mia moglie, che mi hanno raggirato. Lei ora vive in una villa da 5 milioni di dollari". Il calcio, ovviamente, gli è rimasto nel cuore, specialmente la maglia della nazionale paraguaiana: "Soffro a guardare in tv le partite della nazionale, mi fa male l'idea di non poter indossare più quella maglia". Tra un panino e l'altro, però, Cabañas potrebbe tornare perlomeno a commentarlo e ad insegnarlo il suo sport preferito. Dopo la proposta per un ruolo da opinionista televisivo, il "Mariscal" ("Maresciallo": soprannome regalatogli dai tifosi) si è rimesso gli scarpini per giocare insieme ai ragazzi: "Mi sento felice quando sono tra loro, vorrebbero tutti essere come me – ha spiegato – E pensare che, qualche giorno prima dell'incidente, mi aveva chiamato il Manchester United proponendomi un contratto. Sono rimasto in Messico, dopo che l'América mi regalò un paio di appartamenti e mi raddoppiò lo stipendio". Una scelta che ha rischiato di pagare con la vita.