Paolo Di Canio vuole diventare l’allenatore dell’Inghilterra

Quando viene intervistato Paolo Di Canio lascia sempre il segno. L’ex ala di Lazio, Juventus e West Ham da poco più di un anno è l’allenatore dello Swindon Town. Con lui in panchina i biancorossi hanno ottenuto la promozione nella Terza Serie inglese ed hanno eliminato, pochi giorni fa, lo Stoke City in Coppa di Lega. Di Canio, per i suoi atteggiamenti, è uno dei personaggi più ricercati dalla stampa britannica. Sul ‘Daily Mail’ stamani è uscita un’intervista in cui il quarantacinquenne tecnico ha lanciato una frecciatina a Rio Ferdinand, ha parlato della litigata con il suo portiere, Wes Foderingham, ed ha detto perché, secondo lui, i giovani d’oggi sono viziati.
Se i calciatori di oggi sono viziati, è colpa di noi adulti. Regaliamo loro quando hanno 10 anni i cellulari dell’ultima generazione. Li chiudiamo in una stanza, dove passano il tempo tra computer, videogame e telefonini. Non comunichiamo con loro. Quando crescono e s’imbattono nelle prime difficoltà, non sanno affrontarle. Sono troppo deboli. La priorità dei giovani calciatori non è giocare ed allenarsi, ma avere l’orologio d’oro. Sono stato massacrato perché nella gara contro il Preston ho sostituito il portiere. Se non l’avessi fatto, avremmo perso 8-0. È finita 4-1, ma io sono convinto di aver compiuto la scelta giusta. Il paradosso è che sono un italiano che cerca di infondere in Inghilterra disciplina e rispetto delle regole, ma vengo criticato. Ho letto le dichiarazioni di Rio Ferdinand su Twitter. Voglio bene a Rio perché è un amico e abbiamo giocato insieme, ma a lui volgio dire:’Rio, da due anni sei più su Twitter che su un campo di calcio.’. Con il mio portiere è stato giusto comportarsi così. Mio padre era muratore e mia madre casalinga. Hanno fatto sacrifici immensi per crescere quattro figli. Ricordo che nel 1994, avevo 26 anni, ero furibondo per non essere convocato ai Mondiali americani. A tavola risposi male mia madre. Mio padre si alzò e mi diede un ceffone, di fronte a mia moglie e mia figlia. È stata la migliore lezione di vita che ho ricevuto.”
L’ex calciatore di Milan e Napoli, che vuole vincere un altro campionato con lo Swindon, pensa a una decina anni su in Premier League, ed a fine carriera si vede sulla panchina della Nazionale inglese. I suoi modelli: Capello e Redknapp:
Ora sono ossessionato dalla seconda promozione di fila. Voglio riportare in alto lo Swindon, poi alleno dieci anni in Premier e infine guidò l’Inghilterra a un Mondiale. Questo è il mio progetto. Poi smetto, mi ritiro in Piemonte e mi dedico ai miei ristoranti e alla produzione del vino. La parola ossessione rispecchia fedelmente il mio stato d’animo. Io non stacco mai la spina. Mi capita di andare a fare la spesa e di fermarmi di fronte al reparto della pasta o dei pomodori. La gente pensa che non ho magari le idee chiare sui prodotti da acquistare, ma la verità è che io in quel momento sto pensando al calcio. Come allenatore vorrei essere una sintesi di Fabio Capello ed Harry Redknapp. Capello è un vincente, Redknapp è furbo.”