“Le chiuderei tutte”. Perché Pallotta ce l’ha tanto con le radio romane?

Il clima intorno a Trigoria, dopo la sconfitta con il Milan e a pochi giorni dalla sfida contro il Napoli capolista, si è surriscaldato dopo le ultime dichiarazioni del presidente James Pallotta. Il patron giallorosso, da sempre in guerra contro i mezzi di comunicazione che popolano l'etere romano, è infatti nuovamente entrato a gamba tesa sulle emittenti radiofoniche sportive che tutto il giorno parlano della sua squadra.
"A Roma c’erano nove stazioni radio che parlavano di Roma 24 ore su 24 – ha spiegato il presidente romanista, a margine dell'evento Sports Analytics Conference del MIT di Boston – Questo era quello che succedeva 3 o 4 anni fa. Credo che nel frattempo ne abbiamo mandate 2 in bancarotta, adesso ce ne mancano altre 7. Abbiamo bisogno di spiegare la nostra versione dei fatti".

Il ponte e lo stadio
Parole forti, quelle del patron giallorosso, che hanno finito per creare l'ennesimo polverone mediatico: "Se ascoltassi le radio tutti i giorni mi butterei dal Tobin Bridge perché sparano mer… su quello che facciamo o su quello che faccio io – ha continuato James Palllotta – Ad oggi siamo l’unica squadra in Europa che ha una sua stazione radio (Roma Radio ndr), a cui abbiamo dato vita circa due anni e mezzo fa".
La sua partecipazione al meeting di Boston, è stata anche l'occasione per parlare dello stadio di proprietà: "In tre anni speriamo di avere un nostro stadio – ha concluso l'imprenditore americano – Lo stiamo costruendo su un terreno di 80 ettari a Roma, abbiamo avuto l’approvazione. Avrà una capacità di 54mila persone: non grande come quello del Barcellona, ma attorno allo stadio ci saranno più di 23mila metri quadrati dedicati all’entertainment. Il nostro stadio sarà l’impianto più utilizzato dell’Europa meridionale".