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Pallone d’Oro, Buffon meritava di vincerlo. Parola di Nevio Scala che lo lanciò a 17 anni

L’attuale presidente del nuovo Parma lanciò in Serie A un giovanissimo Gigi: “Mi disarmò con la sua sicurezza. Oggi dopo 20 anni ha saputo restare tra i migliori in un calcio sempre più veloce. Potrà avere degli eredi ma restare in cima all’Everest così a lungo è difficile per chiunque. Il Pallone d’Oro era dovuto”
A cura di Alessio Pediglieri
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Forse è un po' per amor di padre (putativo) ma di certo è difficile dare torto a Nevio Scala il primo allenatore a credere seriamente su Gianluigi Buffon e le sue qualità visto che l'ex tecnico del grande Parma lanciò il portiere – a soli 17 anni – nel grandissimo palcoscenico della Serie A dove oggi è ancora uno dei massimi protagonisti nel proprio ruolo. Tanto da insignirlo di un Pallone d'Oro virtuale, trofeo cui Buffon non è mai riuscito ad avvicinarsi malgrado una carriera strepitosa che lo annovera tra i portieri più grandi di ogni epoca.

Il Pallone d'Oro che non c'è – Per Nevio Scala, oggi ritornato alla ‘base' parmense dopo il fallimento e la ripartenza dal gradino più basso, quello della serie D, l'amore verso Buffon è incondizionato. Ma anche dettato da ciò che quel ragazzino che lui lanciò in massima serie a 17 anni è riuscito a conquistare con la maglia del Parma prima, e poi soprattutto con i colori della Juventus e della Nazionale maggiore: "Gigi è il più grande di sempre, la sua carriera è stata davvero esaltante. Per me, meritava il Pallone d'Oro. Ma oggi si parla sempre di Cristiano Ronaldo e Messi… È molto più facile che venga considerato un centravanti che fa gol e che esalta la folla anziché un portiere, meno appariscente ma forse più importante di tutti".

Un 17enne già campione – Le motivazioni? Chiare. Nascono dai primi momenti in cui Scala conobbe il ragazzino Buffon che già dimostrava i segni del futuro campione: "Lo convocai in prima squadra perché si era fatto male Bucci per fare la riserva di Nista, ma in allenamento nessuno riusciva a fargli gol. Mi colpì la sua tranquillità, la sua sicurezza e spavalderia. Quasi a dire: io sono il più forte di tutti – racconta Scala a Adnkronos –  La sera feci il giro delle camere per annunciare i titolari e a lui chiesi: se ti faccio giocare? Lui mi rispose: mister, che problemi ci sono? Mi ha smontato completamente, mi ha disarmato. Lo feci giocare. Poi sappiamo tutti come è andata…".

Leader assoluto nel calcio più difficile – Secondo motivo: malgrado l'età che avanza e un calcio sempre più difficile da interpretare, ancora oggi, Buffon è rimasto un leader nel suo ruolo: "Adesso ha la sua bella età per confrontarsi con gli altri, ma lui è stato il più grande portiere di tutti i tempi. Spesso lo paragoniamo ai portieri del passato, di un calcio però molto più lento e prevedibile. Gigi ha giocato in un'epoca in cui regna la rapidità del gioco e questo non fa che esaltare ulteriormente il giudizio su di lui. Buffon avrà quindi degli eredi, ma è difficile che qualcuno arrivi al suo livello. Si può arrivare in cima all'Everest, ma è dura rimanerci per vent'anni"

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