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Osvaldo su Twitter: “Sei un incapace, vai a festeggiare con la Lazio”. E scoppia la bufera

Il ‘cinguettio’ apparso via web dell’attaccante della Roma contro Andreazzoli ha riaperto la polemica sull’utilizzo dei Social adoperati troppo spesso dagli addetti ai lavori per insultare, criticare, svelare retroscena.
A cura di Alessio Pediglieri
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osvaldo

Che il modo di fare comunicazione sia fortemente cambiato con l'avvento dei social network è evidente. Come è evidente che nessun ambiente è rimasto estraneo al fenomeno dei Social Network e la loro capacità di entrare nel quotidiano, con la loro velocità e immediatezza. Nel bene e nel male. Anche nel mondo del calcio. Non a caso da due-tre anni a questa parte si sprecano gli esempi di messaggi apparsi su profili dei due maggiori Social (Facebook e Twitter) da parte dei protagonisti del mondo del pallone. Italiano e internazionale, in una ‘febbre' da comunicazione che sempre più spesso va in tilt creando cortocircuiti pericolosi e imbarazzanti.

La ‘sassata' di Osvaldo – Giocatori, mogli, dirigenti, presidenti. Nessuno sembra salvarsi dalla ‘moda' del momento. E per i motivi più disparati. Anche se spesso, troppo spesso, solo per risolvere questioni private (o pseudo sportive) rendendole spiacevolmente pubbliche. L'ultimo caso, di queste ore è di Osvaldo giocatore della Roma che in giallorosso ha passato un anno difficilissimo non trovando mai continuità di rendimento e allenatori che credessero in lui. "Non è nuovo a queste scene a telecamere accese, poi magari piagnucola nel privato ma è un problema suo non mio – ha ammesso il tecnico -. Comportamenti che arrivano da in giocatore che giocando in Nazionale dovrebbe avere una certa etica sul campo, ma ripeto: è un problema suo" . Tanto che, dopo aver perso la finale di Coppa Italia nel derby contro la Lazio, restato in panchina per quasi l'intero match, ha scaricato tutta la propria frustrazione verso il proprio tecnico, Aurelio Andreazzoli. Senza citarlo direttamente, ecco infatti, via twitter il fortissimo messaggio del giocatore: "…Facevi più bella figura se ammettevi di essere un incapace.. Vai a festeggiare con quelli della Lazio va…". Destinatario? Ovviamente il tecnico giallorosso reo di avergli dato del ‘piagnucoloso‘ e ovviamente è scoppiato il putiferio che ha coinvolto anche il ritiro azzurro con Cesare Prandelli raggiunto dalla notizia in conferenza stampa e che prenderà "del tempo per riflettere su ciò che è veramente accaduto. Parlerò con i dirigenti della Roma – ha fatto sapere il CT azzurro – e poi vi faremo sapere".

il tweet di osvaldo

Giocatori, dirigenti, presidenti: tutti Social – Insomma, un bel problema quello dei social network tanto che sempre più spesso le stesse società hanno deciso di inserire nei vari contratti anche le clausole che coordinano e limitano le presenze dei giocatori attraverso messaggi ‘non autorizzati'. Obbligando il silenzio sugli argomenti legati alla propria attività, sia per le condizioni fisiche che per altre questioni ancora più delicate. Ma a scrivere sui vari social sono anche sempre più spesso dirigenti e presidenti, senza dimenticare mogli e fidanzate dei calciatori e chi si diverte a creare account ‘fake‘ (ovvero finti) legati ai nomi più in vista dello sport. E per i motivi più disparati. Ad esempio scrive sul web sempre più insistentemente Aurelio De Laurentiis presidente del Napoli che ha annunciato via Twitter l'annuncio del sostituto di Mazzarri e che,in precedenza, aveva usato il social per togliersi qualche sassolino. Come dopo la partita di campionato fra Napoli e Cagliari quando De Laurentiis si è premurato subito di twittare: ”questa vittoria la dedico a Cellino,Astori e Nainggolan”. Anche Pierpaolo Marino, grande esperto di mercato, dirigente calcistico dal 1977 (come campeggia nel suo profilo twitter) nonchè direttore generale dell'Atalanta, è un assiduo frequentatore del web e pochi giorni fa ha deciso di dare il proprio contributo per il prossimo calciomercato imminente: "Nei prossimi tre mesi Vi anticiperò alcune mie intuizioni su quello che succede al "Calciomercato", esatte o sbagliate che siano…". E c'è chi, come Mario Balotelli, che utlizza il proprio profilo per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema attuale del razzismo che lo sta colpendo personalmente sempre più spesso. "Rivedete questo regolamento per favore, è molto inumano", questo il suo post del 20 maggio 2013 dopo le parole di Nicchi sull'espulsione per chi lascerà il campo anche a seguito di insulti dagli spalti.

Da Cissè a Balotelli e Zarate: gli sfoghi che hanno fatto storia – Nulla di grave, finchè non si sconfina nel personale, trasformando in pubblico ciò che dovrebbe restare in privato o si utilizza i Social Network come un semplice banco di sfogo per scaricare tensioni, paure e pensieri. Senza curarsi delle conseguenze. Di episodi oramai se ne contano a decine, forse a centinaia. Per restare in Italia, partendo proprio da SuperMario ad inizio 2013 fece scalpore ciò che venne pubblicato su un suo profilo (che poi fu dichiarato non ufficiale) nei giorni pre-derby contro l'Inter. Erano giorni di tensioni, il suo arrivo aveva fatto parlare tanto – forse troppo – e il clima si era surriscaldato tanto che il 12 febbraio venne pubblicato un messaggio che non lasciava dubbi sullo stato d'animo del giocatore: "Meglio essere una scimmia con tanti soldi che un caz***e della vostra curva". Falso o no, venne comunque cancellato poco dopo. Un po' come accadde nel 2011 all'ex giocatore della Lazio Djibril Cissé, a dicembre dopo la sfida di Europa League tra i celesti e il Vaslui in Romania, verso i propri tifosi che contestavano: "Branco di idioti – si leggeva così nel pesante post del calciatore – rimpiangerete queste parole, tutti voi “fottuti” che parlate a vanvera. Ai veri tifosi prometto che tornerò a segnare presto. Ma smettetela di chiamarmi “Leone nero”: preferisco Djib".
E alla Lazio fece scalpore anche Marco Zarate, poco prima del suo passaggio all'Inter: "Reja, il primo giorno di ritiro, mi ha detto di andarmene", scrisse l'argentino sul proprio profilo.

Quando anche le donne twittano – E quando non parlano i calciatori, ci pensano le rispettive mogli e fidanzate. Alla storia sono passati i messaggi della fidanzata di Lavezzi e della signora Sneijder. Yanina Screpante nel novembre del 2011 scrisse su Twitter dopo il furto di un Rolex: "Dopo dicono che in Argentina c'è insicurezza… Napoli città di merda… mi hanno rubato l'orologio a mano armata", per poi scusarsi e farsi perdonare dai napoletani inviperiti. Yolanthe Cabau andò ben oltre aprendo ufficialmente la faida tra suo marito Wes e l'Inter. Che Wesley Sneijder fosse un malato di social network non è mai stato un mistero, aggiornando i tifosi ogni giorno sul suo stato di salute. Finchè all'Inter hanno dato lo stop. Poi, il braccio di ferro in silenzio sul rinnovo contrattuale, fino allo sfogo via Twitter della Cabau e quel cinguettio che fece esplodere la bomba: "Mio marito non può scrivere su twitter, solo lui: sono triste Wes dà sempre il massimo, lui non vuole andare via". Con conseguente tsunami mediatico e un rapporto interrotto sul filo della causa legale.
Ma i social non risparmiano nessuno. Nemmeno gli arbitri. Ricordate tal Luca Maggiani, guardalinee reduce dalla sfida di Catania tra gli etnei e la Juventus, intrisa di veleni e polemiche? Nella conferenza stampa del dopo gara il presidente Pulvirenti lo accusò di avere sulla sua ‘pagina' Social tanto di scudetto e stemma bianconero. Altra bufera, con l'intervento dell'Aia e la smentita ufficiale. E intanto in tempo reale, il profilo venne ripulito dalle fotografie incriminate…

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