Okwonkwo, sì al Bologna e no al Chelsea (anche) per volere di mamma
Orji Okwonkwo nasce a Benin City il 19 gennaio 1998 e, fin da subito, fin da piccolo, ama follemente il football. Qui inizia a tirare i primi calci ad un pallone sotto la stretta osservazione della mamma, fondamentale anche per il suo approdo in Italia, prima di giungere nella prestigiosa Abuja Football Club del presidente dello Spezia Gabriele Volpi e dei noti Sadiq e Nura.
Due ragazzi che, prima di lui, si sono fatti notare in patria per poi emigrare in Europa, e più precisamente in Italia, anticipando la parabola che sarà poi la stessa di Orji in grado, grazie alla intuizione del Ds del Bologna Bigon e del suo agente Arthur, di giungere a Bologna dove ora calca i prestigiosi campi della Serie A con la nomea di talento assoluto del nostro calcio. Dagli esordi in patria, alla vittoria del Mondiale Under 17 del 2015 fino alle recenti prestazioni nel Torneo di Viareggio, ecco cinque curiosità sulla “Perla nera” felsinea Orji Okwonkwo.
Le caratteristiche fisiche imponenti e l'esordio in Italia
Incredibile forza fisica dotato di accelerazioni da paura e velocità importante. Orji Okwonkwo è uno di quei talenti approdati nel nostro calcio da tutelare e preservare fin quando non arriverà il momento di farlo diventare leader della squadra in questione: in questo caso, il Bologna. Arrivato nella compagine emiliana nell’agosto 2016, il classe '98 fu subito mandato in campo nella scorsa stagione da mister Donadoni per sei minuti contro il Palermo. Il precoce debuttante però, non fu ritenuto uno sprovveduto né un elemento privo di esperienza in campo con Orji fresco vincitore del campionato del mondo Under 17 del 2015 con la nazionale nigeriana in Cile.
Prima del debutto, però, Donadoni l’ha monitorato parecchio nella Primavera di Magnani dove ha impressionato per atletismo ma anche per l’importante contributo complessivo garantito ai giovani rossoblù con 11 reti in 15 partite complessive. La forza e la varietà del reparto offensivo dei felsinei (4 gol in questo avvio di stagione) potrebbe arricchirsi delle giocate del ragazzino di Benin City portando l'ex allenatore del Napoli a valutare l’ipotesi di utilizzarlo con maggiore frequenza nel suo 11 titolare in modo tale da creare, con i grandi movimenti del nigeriano, quella sorta di imprevedibilità che, di solito, viene garantita da Verdi e Di Francesco o dal puntero argentino Palacio ma che, invece, viene meno col panzer Destro, più attaccante centrale e per questo più statico.
Numeri e valore di mercato, la “perla nera” del Bologna
Numeri, prestazioni e quella sorta di determinazione mostrata in campo che hanno convinto quest’anno Donadoni a cercare di puntare, magari a piccole dosi, su di lui. In questa stagione, infatti, in 5 gare giocate dal Bologna, il giovane Orji è già sceso in campo per ben 2 volte in Serie A totalizzando però solo la misera somma di 13’ minuti complessivi. Non tantissimi certo, ma vista la scarsa propensione del tecnico degli emiliani ad affidarsi a giovanissimi (vedi il trattamento ricevuto da Sadiq lo scorso anno), dopo poche giornate questo sembra già un buon inizio. Diverso, invece, il cammino di Okwonkwo nella squadra Primavera dove vanta, solo in questa annata, una presenza piena nell’unica gara giocata, da capitano, contro la Juventus.
Quando fu prelevato dal Bologna, il suo valore di mercato era pari a 50mila euro, mentre ora, a distanza di un anno, siamo già a 400mila euro e siamo certi che basterà un gol, un assist o una delle sue incredibili giocate mostrate durante le gare con gli Under 19 emiliani, per convincere del tutto Donadoni ad utilizzarlo con continuità in Serie A contribuendo poi a far crescere ulteriormente, di conseguenza, il suo valore.
Da centravanti a esterno offensivo: l’evoluzione di Orji
Orji Okwonkwo è considerato da tempo uno dei migliori prospetti del calcio nigeriano di questi ultimi anni e chi lo conosce parla di un professionista esemplare frutto probabilmente della sua storia calcistica. Il classe ’98, infatti, è cresciuto nell’accademia di Abuja, allenato da tecnici italiani e di proprietà del patron dello Spezia, dove ha messo subito in mostra le sue enormi doti: grandissimo dinamismo, forza muscolare, velocità palla al piede fuori dal comune che lo aiuta nei dribbling e tiro tanto potente quanto preciso sia dalla lunga che dalla breve distanza. Il suo ruolo originariamente, dato il suo ottimo fiuto del gol, era quello di centravanti.
E i risultati ottenuti in Nigeria tra i 12 e i 15 anni sembravano dare ragione a chi lo aveva schierato in quella posizione: lo score recita oltre 25 gol a stagione. Nonostante ciò, per sfruttare al meglio le sue importanti doti fisiche viene spostato sulla fascia destra o sinistra come esterno d’attacco nel 4-2-3-1, ruolo con cui riesce finalmente a farsi notare dalle selezioni del suo Paese. Infatti, nel 2015 prima viene convocato dalla nazionale Under 17 per la Coppa d’Africa di categoria, che contribuisce a vincere, e poi prende parte ai Mondiali del Cile che la Nigeria domina, segnando un gol spettacolare in semifinale contro il Messico.
Il Viareggio 2017, la manifestazione di un campione
Sull’onda lunga del mondiale vinto nel 2015, dello stimolo dell’approdo nella nuova realtà ma anche della enorme voglia di dimostrare il suo valore dopo i 300mila euro investiti dai felsinei nell’agosto precedente, Okwonkwo ha esaltato tutti nell’ultima edizione del Torneo di Viareggio divenendo faro e simbolo della propria squadra. Pur reduce da un infortunio alla coscia che lo aveva tenuto fuori dal terreno di gioco per oltre 1 mese, infatti, il nigeriano nel marzo dedicato ai giovani, nella Coppa Carnevale ha messo in mostra tutto il suo repertorio con un rendimento eccellente, tante giocate al top fatte di accelerazioni brucianti e dribbling ma anche col pane del calcio, ovvero: il gol.
Qui, prima nel Girone 5 con Sassuolo, PSV e Pisa e poi negli Ottavi di finale col Napoli sigla 4 reti in 4 partite che saranno di esiziale importanza per condurre il proprio collettivo alla fase a eliminazione diretta dove solo un ottimo Napoli col baby Leandrinho e De Simone sbarrerà poi la strada ai felsinei. Una strada fabbricata dal giovane nigeriano in grado di siglare oltre il 67% delle reti della formazione di mister Magnani.
Ma se le sue segnature non sono servite alla sua squadra per vincere il titolo, queste prestazioni lo hanno idealmente messo sulla mappa dei migliori talenti presenti in Italia con la conferma dell’ottima intuizione del Ds Bigon che, sfruttando la sua amicizia col procuratore del ragazzo Olivier Arthur (lo stesso di Donsah o Acquah), ha messo a disposizione del Bologna un calciatore con queste caratteristiche, questa forza e queste, scusate la ripetizione, prospettive.
La scelta di Okwonkwo (e della mamma): no al Chelsea, sì al Bologna
Dopo il mondiale su di lui hanno messo gli occhi gli osservatori di mezzo mondo. Molti club inglesi, olandesi e portoghesi, gli hanno offerto dei provini, ma il ragazzo, su consiglio della “mamma-manager”, ha preferito declinare l’invito di Chelsea, Arsenal, Ajax, Vitesse e Porto, per restare ancora nel suo Paese e completare il percorso di crescita. Passato dunque un altro anno in patria, il Bologna è riuscito a convincere il classe ‘98 che fosse giunto il tempo di trasferirsi in Europa e così gli emiliani sono riusciti ad anticipare le tante concorrenti per uno dei prospetti africani più interessanti attualmente in circolazione.