Nazionale, Roberto Mancini ha ragione: solo 4 Under 21 italiani sono titolari in Serie A
E’ già la prima polemica da ct. Il primo polverone (neanche così inusuale negli ultimi tempi), sul tema dei giovani utilizzati dal club di Serie A. Sempre di meno ha detto Roberto Mancini a margine della presentazione delle sfide in Nations League che giocherà la sua nuova Italia. La convocazione di Zaniolo, bella, stupenda, una storia, ma che sa tanto di provocazione alla Roma e alle altre squadre del nostro campionato italiano, fa tanto rumore. Giovani e di prospettiva, che però non sono titolari in Serie A. Non vengono utilizzati nell’11 di partenza come magari accade già da parecchio tempo in Inghilterra, Germania e Francia o in Spagna soprattutto con il Barcellona. E allora, facendo un’analisi in questo inizio di stagione 2018/2019, abbiamo voluto vedere se davvero Mancini avesse ragione: quali sono i giocatori italiani Under 21 che sono titolari nei loro club di appartenenza? Davvero pochissimi (solo 4 ad oggi). E se consideriamo che non abbiamo inserito Cutrone del Milan e Lorenzo Pellegrini della Roma che devono ritagliarsi il loro momento solo nella manciata di minuti che viene concessa, allora c’è davvero da dare ragione al ‘Mancio’.
Un tesoro che la Juventus ha ceduto all’Udinese
Si sta mettendo in mostra e alla grande in questo inizio di stagione. Se non fosse stato per quella bestemmia in diretta tv, probabilmente avremmo visto anche lui sul prato di Coverciano per prepararsi alla gara dell’Italia di Mancini. Rolando Mandragora lo sa che quella dell’Udinese, sarà una grande occasione per lui. Pagato 20 milioni alla Juventus dai friulani, il centrocampista campano sta sorprendendo sempre di più per personalità e tenacia in mezzo al campo.
Bravo negli inserimenti in verticale e in appoggio agli attaccanti, già lo scorso anno a Crotone aveva fatto vedere che ormai i gravi infortuni dei tanti mesi in cui è rimasto ai box, erano ormai superati. Classe 1997, 22 anni da compiere il prossimo giugno 2019, Mandragora per qualcuno è stato ceduto troppo in fretta da una Juventus che a sua volta ha fame di vincere subito e non più di aspettare i giocatori, anche se giovani e di prospettiva. Nelle prime due gare, Mandragora ha giocato 180 minuti ed è già un punto fermo dell’11di partenza di Velazquez.
Chiesa è già un top player
Un talento purissimo, anzi, un campione che già a soli 20 anni è stato capace di trainare la Fiorentina, lo scorso anno, a raggiungere quasi l’Europa League dopo una rimonta incredibile. Federico Chiesa, non sa ancora che il Mancio punta forte su di lui per il futuro di questa Nazionale. Forse lo sa (istruito da papà Errico), ma probabilmente fa finta di saperlo e con la solita umiltà che lo contraddistingue, a testa bassa, marcia come un soldato percorrendo quella vetta che a Firenze gli hanno permesso di poter raggiungere.
I suoi 21 anni ad ottobre suonano già come una soddisfazione per la società viola che l’ha fatto esordire prestissimo in Serie A e che ad oggi, in sole 2 partite, lo vede già ad 1 gol e 1 assist, entrambi messi a segno nel 6-1 contro il Chievo dell’esordio al Franchi della Viola. Seconda punta, trequartista, esterno alto o in un tridente, Chiesa si adatta a qualunque metodo di gioco e va sicuramente dato atto a Paulo Sousa di averlo lanciato senza paura nell’11 titolare contro la Juventus, al suo esordio in A all’Allianz Stadium.
A 20 anni è già un leader silenzioso del Sassuolo
Gioca in una delle squadre più divertenti e anche giovani della Serie A. Con un allenatore che l’ha fortemente voluto proprio perchè adora vedere all’opera giovane del suo talento nel massimo campionato italiano. De Zerbi l’aveva fatto già al Benevento con Brignola (fatto acquistare poi dal suo nuovo Sassuolo) che a 19 anni, lo scorso anno, era già andato in gol diverse volte in terra sannita. E lo sta facendo con Manuel Locatelli che a 20 anni e con un valore di mercato pari a 8 milioni di euro, è già un punto fermo del centrocampo dei neroverdi.
Al Milan nessuno è mai stato convinto di lanciarlo con costanza dal primo minuto preferendogli anche un saturo Montolivo prima dell’arrivo di Biglia e Kessie. Oggi con il club di Squinzi la grande occasione di rilancio e di conquista della Nazionale maggiore che è assolutamente alla portata. Un centrocampista centrale che ha già fatto male allo stesso Sassuolo in passato a ‘San Siro’ mettendo a segno il suo primo fantastico gol in Serie A prima di ripetersi poi contro la Juventus trafiggendo addirittura Gigi Buffon. Di strada ne ha fatta e ne sta facendo Manuel e con De Zerbi il rendimento è garantito.
Il piccolo grande Barella alla conquista del ‘Mancio’
In conferenza stampa ha parlato come il classico ragazzo timido, umile, che sviava i paragoni azzardati di un calciatore già pronto per una big. Nicolò Barella però si è tenuto cauto e ha volato basso, come è giusto fare a questa età, ribadendo la sua voglia di crescere e di giocare sempre con la stessa intensità anche in una piazza come Cagliari che senza paura gli ha dato subito la possibilità di essere titolare in Serie A. Solo 21 anni e già ha all’attivo 68 presenze in Serie A condite da 7 gol e 1 assist più 21 presenze in B con 2 assist.
Insomma, una sorta di carriera già abbastanza considerevole per lui che adesso punta all’azzurro della Nazionale senza troppi giri di parole. Con Verratti che non è mai esploso con l’Italia e con Marchisio volato in Russia e forse definitivamente uscito dai radar di Mancini (o forse proprio il Mancio gli ha consigliato di andare nella sua ex squadra, non lo sappiamo), il giocatore sardo è una delle prime scelte per l’Italia che verrà.