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Napoli, tutti i numeri della crisi

Fuori dalla Coppa Italia e lontana dal piazzamento Champions in campionato, le difficoltà della squadra di Benitez sono raccontate dai numeri: 37 gol subiti finora, punti persi con le ‘piccole’, San Paolo non più roccaforte e media realizzativa passata da 1.8 gol a partita a 0.8.
A cura di Alberto Pucci
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Dov'è finita la squadra che fino a qualche settimana fa lottava con la Roma per il secondo posto? Se lo chiedono allibiti i tifosi del Napoli che, dopo lo sciagurato ritorno di Coppa Italia con la Lazio, hanno perso speranza e, soprattutto, pazienza. Insieme a quella di Roberto Mancini, la formazione di Rafa Benitez è l'altra malata cronica della nostra Serie A. Un periodo buio, figlio di un'annata con troppi alti e bassi (a cominciare dal preliminare di Champions League perso con l'Athletic Bilbao) e di una gestione tecnica che non soddisfa e convince. Sul banco degli imputati, insieme alla dirigenza e all'allenatore, ci sono ovviamente anche i giocatori: molti di loro lontanissimi da un rendimento accettabile. Da marzo ad oggi, Hamsik e soci hanno messo insieme soltanto una vittoria, tre sconfitte e cinque pareggi, tra campionato, Europa League e Coppa Italia.

Un disastro aggravato dai numeri relativi ai gol fatti (sette) e a quelli subiti (dieci). Nella sola Serie A, la difesa del Napoli ha subito fino ad ora la bellezza di 37 reti. Un dato che giustifica la posizione attuale degli azzurri e colloca la retroguardia napoletana tra le peggiori difese del torneo (insieme a quella dell'Inter), prendendo come paragone le prime dieci squadre in classifica. Su ventinove partite giocate in campionato, Benitez ha lasciato molti punti per strada. Al San Paolo, in quello che un tempo era considerato un fortino inviolabile, i partenopei hanno vinto in sette occasioni, ma pareggiato in cinque partite e perso in due. A pesare sulla classifica attuale, la sconfitta contro il Chievo e i quattro pareggi strappati con i denti con Palermo, Cagliari, Empoli e Atalanta. In trasferta, poi, lo "score" diventa ancor più inguardabile se si pensa ai punti persi e alle sconfitte brucianti come quella di Udine (alla terza giornata), quella contro il Milan (15esima), contro il Palermo (23esima), contro il Torino (25esima) e quella del Bentegodi contro il Verona (27esima).

La difesa fa acqua, ma anche dal centrocampo in su le cose non funzionano. In mezzo c'è poca qualità. Giocatori come Gargano, Inler, Jorginho e David Lopez hanno dimostrato di non essere all'altezza dei reparti della concorrenza. In attacco, poi, si segna con il contagocce (da 1.8 di media fino a febbraio a 0.8 negli ultimi 40 giorni). Dalla tripletta di Higuain alla Dinamo Mosca, il Napoli ha realizzato soltanto un gol con Zapata nell'arrembaggio finale contro l'Atalanta. Oltre al momento negativo del "Pipita", fa clamore l'involuzione di Callejon che non segna da tre mesi e che, forse, ha già con la testa altrove. Stupisce la poca continuità di Mertens e Hamsik che, spesso, sono partiti dalla panchina.

Un "virus" che sembra aver colpito anche Manolo Gabbiadini che, nei primi minuti giocati, aveva acceso la speranza prima di farsi coinvolgere anche lui dal male oscuro che sta colpendo l'undici di Benitez. La tifoseria auspica un immediato cambio di rotta, una drastica inversione di marcia prima di gettare al vento anche le ultime possibilità di una stagione disgraziata. L'obiettivo è arrivare in Champions League. Al Napoli rimangono nove partite di campionato e, se va bene, altre cinque partite di Europa League. Non dovessero centrare l'obiettivo, staff tecnico e giocatori verrebbero tutti messi seriamente in discussione dal presidente Aurelio De Laurentiis.

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