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Senza De Rossi non è Roma da gladiatori. Napoli, tanto gioco e poca precisione

Il Napoli aggancia il pareggio nel finale. Il gol di Mertens segnala l’importanza di Callejon e Insigne. Ma il vero uomo in più è Fabian Ruiz, mezzala di corsa che esalta le sovrapposizioni di Mario Rui: qui il Napoli attacca nel secondo tempo. La Roma fatica ad arrivare in area, e anche il passaggio al 4-3-3 non riduce le eccessive distanze fra difesa bassa e centrocampo lento.
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Una giocata tecnica, collettiva consegna al Napoli il pareggio. E' un'azione manifesto dei punti forti del Napoli e delle debolezze giallorosse nel coprire sui corridoi interni. LA verticalizzazione di Zielinski libera Insigne verso il fondo, l'ennesimo centro scopre Callejon libero a centro area mentre la difesa ripiega e nessuno si sgancia sul cross a rientrare. Il tocco sporco dirige la palla verso il secondo palo e Kolarov si perde Mertens. E' l'azione che punisce una difesa che pensa tanto a schiacciarsi verso il portiere e salva la partita di un Napoli in cui per una sera la quantità nella costruzione ha prevalso sulla qualità della finalizzazione.

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Ruiz jolly del Napoli

Il 4-4-2 del Napoli diventa 4-3-3 con Ruiz, 82 passaggi tentati nel match e 71 riusciti, che si accentra a tenere gli spazi di mezzo e Hamsik che orienta la sua posizione più da regista. Di Francesco affianca Juan Jesus a Kolarov sul centro sinistra anche per fornire un supporto in più in seconda battuta sui tagli di Callejon. Interessanti nei primi minuti i movimenti ad allargare di Milik che va a puntare Santon e favorire gli inserimenti da dietro anche di Hamsik a tutto campo.

A fine partita saranno 655 i passaggi degli azzurri contro i 410 della Roma, che contribuiscono a un differenziale ancora più ampio in termini di conclusioni, 26 a 8. I giallorossi completano il doppio dei passaggi nella propria trequarti rispetto ai corrispettivi degli azzurri che però hanno una presenza molto più netta negli ultimi 30 metri, come dimostrano i 297 appoggi a 93. Il Napoli, che chiude con ben cinque giocatori sopra gli 80 passaggi tentati – i due centrali Albiol e Koulibaly, Hamsik, Allan e Ruiz – alza il triplo dei palloni alti, è più deciso nei contrasti e subisce tre dribbling in più. Ma i 40 rinvii a due della difesa giallorossa dimostrano l'intensità della pressione degli azzurri.

I più efficaci nei passaggi (fonte Sofascore)
I più efficaci nei passaggi (fonte Sofascore)

La Roma si scopre fra le linee

Il pressing alto degli azzurri esacerba i problemi che la Roma si porta dietro da inizio stagione, la distanza ampia che si apre tra la linea difensiva bassa molto schiacciata sul portiere e un centrocampo che invece ripiega poco e perde in mobilità fra le linee. La lentezza nelle coperture preventive favorisce la prima occasione del Napoli (appoggio corto di Ruiz dietro per Insigne, deviazione di Manolas). La Roma scivola poco verso il pallone, troppo facilmente perde compattezza con i centrali che arretrano verso il portiere. La posizione accentrata degli esterni alti, poi, toglie ai due mediani libertà di scalare e chiudere le linee di passaggio nei corridoi interni.

Ancelotti chiede a Insigne e Milik di pressare alto sui centrali della Roma per rallentare l'uscita bassa che nelle intenzioni di Di Francesco deve chiamare subito in causa i terzini. Così, in avvio il Napoli fa circolare meglio e con più continuità il pallone, contro una squadra che si mantiene prudente ma fatica ad aumentare efficacemente la densità e occludere le potenziali linee di passaggio. Con i movimenti di Ruiz e le sovrapposizioni di Mario Rui, gli azzurri si garantiscono una copertura del campo più simmetrica che si riflette in una ricerca dello spazio davanti più equilibrata.

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L'intelligenza di Dzeko chiave per il vantaggio

La  Roma si conferma squadra che attacca meglio di quanto difenda. Sul primo buco difensivo e sul conseguente appoggio basso di Under da destra, la giocata decisiva è il contro-movimento di Dzeko che attacca il primo palo e si porta dietro Hysaj, costretto a coprire perché Koulibaly ha accorciato troppo senza riprendere la posizione sulla diagonale: la palla contesa libera lo specchio della porta davanti a El Shaarawy che si è calato in area più da seconda punta. Il Napoli, che ha subito 3 gol nel primo quarto d'ora dei primi tempi e 3 nei primi 15 delle riprese in campionato, si fa sorprendere a palla scoperta ma dimostra di avere opzioni offensive superiori per qualità e quantità: i 57 passaggi a 16 nella trequarti offensiva nei primi 20 minuti danno consistenza a una squadra che rimane in trenta metri nelle due fasi e mette spesso l'uomo fra le linee grazie a Insigne vertice avanzato di un diamante tra centrocampo e attacco.

Le difficoltà della Roma si vedono anche nella parità in termini di tackle riusciti e di intercetti nei primi 20′ (5 per parte, di cui 2 di De Rossi) a fronte però di un possesso palla più marcatamente sbilanciato. Gli errori in appoggio dei giallorossi aumentano la pressione sulla difesa nelle transizioni negative, le fasi in cui la squadra perde palla e deve ritrovare le distanze.

I passaggi dopo 55 minuti. Nella schermata i pallini azzurri rappresentano i passaggi della Roma, gli arancioni quelli del Napoli. Chiara la difficoltà degli ospiti di entrare in area
I passaggi dopo 55 minuti. Nella schermata i pallini azzurri rappresentano i passaggi della Roma, gli arancioni quelli del Napoli. Chiara la difficoltà degli ospiti di entrare in area

Si fa male De Rossi

De Rossi, che si rovina la 450ma partita in A, distribuisce con equilibrio appoggi a destra e a sinistra. Quando almeno uno dei terzini sale, il Napoli fa ripiegare Insigne perché difficilmente può sostenere due uomini avanzati sopra la linea della palla, ma Di Francesco insiste sull'importanza di alternare fraseggio corto e verticalizzazioni lunghe, anche perché a palla scoperta sulla prima giocata un paio di volte Koulibaly ha perso posizione su Dzeko.

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I numeri del primo tempo

L'infortunio di De Rossi (recordman di passaggi nella Roma nel primo tempo, 35, e di intercetti, 3) cambia la partita. Cristante è più un incursore, la Roma guadagna evidentemente in dinamismo e corsa, perde un elemento cruciale nella lettura preventiva delle situazioni. Il Napoli chiude il primo tempo con 12 tiri a 5 (6 a 3 le conclusioni da fuori area in favore degli azzurri): 4 le conclusioni di Milik, tre di Insigne, due di Dzeko che perde tre palloni in 45′.

La squadra di Ancelotti completa il primo tempo con 301 passaggi a 255, ma è evidente la superiorità nella presenza offensiva scritta nei 141 passaggi nell'ultimo terzo di campo contro i 40 dei giallorossi, più votati alla verticalità negli spazi aperti. Spiccano i 47 appoggi di Hamsik e i 40 di Koulibaly a rendere palese l'attenzione di Ancelotti nella circolazione bassa e la ridefinizione del capitano, che raggiunge Giuseppe Bruscolotti (511 partite) al primo posto delle presenze all-time nella storia del club, come il primo cervello della squadra.

Mertens per Milik, Ancelotti cambia la partita

Nel secondo tempo la Roma si ridisegna con il 4-3-3 anche se continua a schiacciarsi e concedersi spazi sulle fasce. L'ampiezza esalta Callejon alle spalle di Kolarov a palla scoperta e sui cambi di gioco, mentre davanti cruciale rimane il lavoro di Dzeko che deve proteggere palla, consentire un tempo di gioco agli esterni alti per avvicinarsi e a Pellegrini per accompagnare.

Ancelotti toglie Milik, che si è mosso tanto ma in qualche caso con un tempo di gioco in ritardo, per Mertens e cercare in maniera più insistita il mis-match a campo aperto con i due centrali della Roma che sui ribaltamenti continuano a rimanere piantati,  più bassi. Insigne colpisce male al 65′ sul tocco indietro di Ruiz, altro manifesto della troppa libertà di cui spesso il Napoli gode nella costruzione dell'azione e nell'occupazione degli spazi, e ancor più della difficoltà di ripiegare di Nzonzi. Di Francesco mette Florenzi, alto davanti a Santon come nel derby, per Under e chiede a Cristante di alzare il pressing e non rimanere in linea con l'ex Siviglia.

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Il Napoli attacca sul lato di Ruiz e Mario Rui

Nella ripresa il Napoli attacca con più frequenza sull'out mancino, spinto dalla generosità di Mario Rui che accompagna un Fabian Ruiz impostato da mezzala classica di corsa, con 54 passaggi riusciti e 4 tackle in 70 minuti e soprattutto una presenza dominante in tutta la metà campo avversaria nella zona di centro-sinistra. Il triangolo che si crea con l'appoggio di Hamsik prima e Zielinski poi spalanca spesso almeno una linea di passaggio libera. Opportunità che la poca lucidità nelle scelte negli ultimi sedici metri vanifica. Proprio per questo, dopo l'infortunio di Manolas sostituito da Fazio, Florenzi si abbassa con più frequenza e crea così una linea difensiva a cinque in fase di non possesso mentre il Napoli continua a mettere in fila calci d'angolo e tiri da fuori, spesso sempre su appoggio indietro dalla fascia. Così nasce l'azione del pareggio.

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Malcuit, ultimo cambio, crea scompiglio sulla destra. Il Napoli però insiste anche troppo con il cross dalla corsia nel finale, e contro una Roma ordinata con due centrali più fisici lo schema può funzionare solo se qualcuno allontana uno dei centrali dalla traiettoria e scombina le copertura. Il pressing alto degli azzurri aumenta le opportunità di gestire una seconda palla sulle respinte corte. Il pareggio nasce anche così. E non è un caso che la Roma abbia subito quattro gol nell'ultimo quarto d'ora dei primi tempi e tre negli ultimi 15 minuti delle partite in campionato.

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