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Napoli, sediolini non a norma. Champions a rischio per il San Paolo

La Uefa ha imposto al Napoli una serie di lavori al San Paolo, tra questi c’è anche la sostituzione di tutti i sediolini. I lavori dovranno essere ultimati entro la fine del mese di giugno. Se ciò non accadrà il Napoli potrebbe giocare in Champions al San Paolo con alcuni settori dello stadio chiusi oppure potrebbe migrare in un’altra città.
A cura di Alessio Morra
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Il Napoli anche nella prossima stagione giocherà la Champions League, sarà la terza partecipazione consecutiva, la quarta degli ultimi cinque anni, la quinta dell’era De Laurentiis. Numeri importanti per la squadra partenopea che mentre scandaglia il mercato a caccia di rinforzi deve risolvere un grosso problema allo stadio San Paolo, quello dei sediolini, che vanno sostituiti rapidamente. Se i lavori non saranno rapidi e precisi le gare casalinghe di Champions il Napoli potrebbe non giocarle a Fuorigrotta.

Un problema serio per il Napoli. Il palco del concerto in memoria di Pino Daniele – ‘Pino é’ che si è tenuto al San Paolo giovedì scorso e in scena ha visto una cinquantina di artisti di grandissimo livello – verrà smontato nel weekend, e già lunedì avranno inizio i lavori di ristrutturazione, che dovranno essere rapidi. Perché secondo quanto riferisce la ‘Gazzetta dello Sport’ c’è un problema serio che riguarda la ristrutturazione dell’impianto e riguarda i sediolini, molti di quelli presenti al San Paolo andranno sostituiti e bisognerà farlo in tempi brevi. Ne devono essere installati 16mila, con spalliere da 30 centimetri, e bisogna correre. Il 20 giugno è il giorno in cui il Napoli deve avere l'agibilità dalla Uefa. Il Comune si era impegnato per sostituirli entro la fine del 2017, ma non è stato fatto e adesso bisogna correre perché c’è il rischio di avere settori chiusi e non solo in Champions, perché anche la Lega di Serie A ha adottato le stesse regole della Uefa.

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Il Napoli si è già cautelato con la Uefa indicando lo stadio Barbera di Palermo come quello per le gare interne di Champions League. La società partenopea per la nona volta consecutiva ha scelto l’impatto siciliano. La mossa è stata preventiva, perché da anni viene negata al San Paolo la licenza Uefa che si rinnova di anno in anno con una proroga. Dunque nessun rischio imminente per il Napoli e per i suoi tifosi, ma è chiaro che qualora arrivasse il no della Uefa, magari per i sediolini che non sono a norma, allora gli azzurri emigrerebbero più a sud e giocherebbero la Champions in Sicilia.

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