Napoli, scacco in tre mosse: che lezione all’Inter!
A lezione da Sarri. I punti di forza del Napoli si esaltano contro le debolezze di un'Inter fragile e incerta. La partita dura praticamente 20′, gli azzurri controllano i corridoi interni con Hamsik e l'ottimo Zielinski e si fanno tambureggianti a sinistra, con Insigne che riceve 16 volte da Ghoulam e 15 dallo slovacco e buca sempre alle spalle di D'Ambrosio. Non a caso i tre jolly di Sarri firmano lo scintillante 3-0 che riporta i nerazzurri indietro, verso antiche paure e vecchi difetti, su un campo dove non vince in Serie A da 19 anni. Nonostante un numero identico di tiri, infatti, il dominio del Napoli non è mai stato davvero in discussione. Anche perché sono tante, troppe le conclusioni dei nerazzurri da fuori area o da posizioni troppo angolate.
Le formazioni – Sarri ritrova Albiol e Ghoulam in difesa, a centrocampo sceglie Zielinski e Diawara, preferiti ad Allan e Jorginho, e davanti non può che scegliere, vista la squalifica di Mertens, il tridente con Callejon, Gabbiadini e Insigne. Pioli conferma la stessa formazione contro la Fiorentina, con Ranocchia al posto di Murillo, Kondogbia e Brozovic a centrocampo, con Banega trequartista, Candreva e Perisic dietro a Icardi.
Vantaggio – Ci mette meno di due minuti (1'47") a sbloccarla il Napoli. Perfetto il movimento a destra di Callejon che scatta in posizione regolare e di testa la appoggia dietro a Zielinski. L'Inter, che continua a far fatica a chiudere fra le linee, con troppo spazio fra difensori e i centrocampisti che non si schiacciano, gli lascia il tempo di arrivare in corsa e piazzare il diagonale vincente anche perché un po' sporco. E' il gol più veloce in Serie A dal novembre 2015, quando Higuain firmò il vantaggio proprio contro l'Inter nel giro di 64 secondi.
Uno-due da ko – L'Inter è scollata, la difesa alta con poca protezione diventa un rischio. Il fuorigioco non funziona nemmeno sul secondo gol, con Hamsik libero di sfruttare il corridoio interno e firmare il 2-0 in diagonale (gol numero 104 al Napoli, raggiunto Cavani). Ed è sempre da quella parte, negli scambi con i tagli di Insigne che moltiplicano le opportunità di creazione delle occasioni, che il Napoli a mille all'ora sfiora anche il terzo gol nel giro dei primi dieci minuti.
L'Inter, che ha subito 5 gol nei primi 15′ (nessuna squadra ha fatto peggio in A) soffre troppo dal lato di D'Ambrosio, che tende a salire per accompagnare l'azione offensiva, ma alle spalle del centrocampo i nerazzurri lasciano spazi eccessivi, così il resto della difesa nerazzurra si trova in un 3 contro 3 sistematico, presa costantemente in velocità, anche per la tendenza ad arretrare e non a cercare di chiudere spazi e linee di passaggio. E soprattutto Ranocchia tende a soffrire questo tipo di scenario.
Disorganzzazione – Il pressing alto nerazzurro, quando soprattutto Kondogbia va a difendere in avanti, appare disorganizzato e tornano gli antichi problemi nella gestione delle transizioni e delle coperture preventive. Banega non aiuta, Brozovic riesce ad arginare da solo le ripartenze del Napoli, e l'occupazione degli spazi esalta la classica circolazione di palla di Sarri, che fa uscire il pallone dalla difesa per vie centrali e poi sfrutta lo spazio aperto sulle corsie con l'improvviso cambio di gioco verso l'esterno.
Sotto di due gol, l'Inter deve sbilanciarsi. D'Ambrosio e Ansaldi accompagnano ancora di più l'azione offensiva, il Napoli però abbassa il centrocampo e non rischia praticamente nulla (a parte la conclusione di Icardi salvata da Reina). Con gli spazi che si allargano una volta riconquistata palla, si esalta anche la vocazione di Zielinski come dinamica mezzala di possesso che libera Hamsik a supporto del trio di tenori in avanti. E' proprio il suo inserimento ad aprire la difesa dell'Inter, con Ansaldi che stringe troppo la posizione in non possesso e se lo perde alle spalle, l'ultimo spunto di un primo tempo dominato dal Napoli. Un primo tempo segnato da 11 tiri nello specchio (7-4 per gli azzurri), un record in questa stagione.
La ripresa – Pioli si gioca la carta Eder nel secondo tempo per un Banega acciaccato e praticamente inesistente. La partenza dei nerazzurri è illusoria, con il destro a giro da fuori di Perisic ma dietro i problemi non cambiano. Vedere il solito inserimento di Callejon e l'altrettanto abituale cambio di gioco di Hamsik che libera lo spagnolo al diagonale deviato in angolo da Ranocchia.
Gioco, partita, incontro – E' il preludio al terzo gol, firmato Insigne. Handanovic allontana il secondo corner consecutivo, nessuno dei difensori però è abbastanza reattivo da uscire dai blocchi, lasciare la posizione e andare a chiudere, così Lorenzo il Magnifico, al quarto gol in tre partite, è libero di arrivare sulla seconda palla a centro area. Un'immagine di arrendevolezza che sintetizza tutta la partita della squadra di Pioli, ripiombata nei vecchi difetti.
Tardivo l'inserimento di Joao Mario, col senno di poi sarebbe stato meglio schierarlo dall'inizio per Brozovic, per un'Inter che continua a farsi infilare con facilità disarmante ogni volta che perde palla. Miranda e Ranocchia arretrano troppo presto, Hamsik e Zielinski fanno il vuoto fra le linee e lo slovacco va vicinissimo al 4-0. Sarri toglie Insigne e uno zoppicante Hysaj per Giaccherini e Maggio. Tatticamente cambia davvero poco, la partita è ormai largamente incanalata. Il grande intervento di Reina sul sinistro di Candreva chiude di fatto un confronto mai davvero iniziato.