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Napoli, Sarri striglia Gabbiadini: “Deve fare di più”

Il tecnico dei partenopei torna nella ‘sua’ Empoli. Unico rimpianto: “Saponara, un grande calciatore. L’anno prossimo in Italia nessuno potrà permetterselo”
A cura di Maurizio De Santis
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Sarri prende per mano il Napoli e lo conduce a Empoli, laddove un anno fa  – quand'era sulla panchina dei toscani – umiliò la squadra di Benitez infliggendole una delle sconfitte più dure della stagione. Ci torna avversario, alla guida di una squadra che non ha ancora trovato la giusta identità. E sa che sarà dura: i toscani possono vantare un impianto di gioco e di squadra consolidato, i partenopei no, ancora arrancano. "Un punto in due partite non mi fa né caldo né freddo – ha ammesso il tecnico in conferenza stampa -. Se facciamo questi risultati tra la 18esima e 19esima di campionato non se ne accorge nessuno". Di fronte a sé ritroverà una ‘vecchia conoscenza', quel calciatore che avrebbe voluto portare anche sotto il Vesuvio così da costituire l'asse portante della squadra assieme a Valdifiori: si tratta di Saponara, trequartista lasciato andare dal Milan troppo in fretta e che adesso è divenuto oggetto dei desideri di mercato anche della Juventus. "Saponara è un bel giocatore, l'anno prossimo nessuno potrà permettersi in Italia".

La difesa resta il tallone d'Achille, da centrocampo in avanti le alternative non mancano: "Abbiamo a disposizione sei ottimi giocatori offensivi e facciamo in modo di schierarne sempre dall'inizio almeno quattro. Higuain sta lavorando bene. Mi aspetto cresca ancora. Mi piace il suo atteggiamento positivo in allenamento". Chi lo affiancherà a Empoli? Con ogni probabilità lo farà Callejon mentre Gabbiadini partirà ancora una volta dalla panchina. La motivazione? La spiega lo stesso Sarri: "Gabbiadini deve fare qualcosa in più per convincermi, ma basta poco perché mi piace. Gli ho chiesto di spiegarmi perché il lunedì voglio farlo giocare e poi il giovedì cambio idea. Mi aspetto una risposta forte, molto convincente sotto questo punto di vista".

Mugugni e disaffezione dei tifosi, pure questo fa parte di una prima parte di stagione sotto tono. "E' una situazione che dipende da duemila motivi di cui 1999 non dipendono da noi… Per svegliare l'entusiasmo – ha concluso il tecnico – dobbiamo fare grandi partite. Contro la Samp il San Paolo all'inizio era carico poi effettivamente nel secondo tempo non abbiamo fatto molto perché la gente si potesse esaltare".

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