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Napoli, Sarri conferma Reina: “Spero che resti”

L’allenatore partenopeo spera di poter contare ancora sul portiere spagnolo, uomo di riferimento in campo e fuori per gli azzurri, per i preliminari di Champions League. Sarri, vincitore del “Timone d’Oro”, parla di Insigne (“Campionato straordinario”) e di Milik (“Può diventare importante”).
A cura di Vito Lamorte
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Ha fatto incetta di premi il tecnico del Napoli quest'anno ma la sua squadra ha ottenuto solo il terzo posto: Maurizio Sarri si è preso anche "Timone d'Oro" nella sua Arezzo e in occasione della premiazione l'allenatore napoletano ha parlato del Il campionato appena concluso, del futuro di Pepe Reina, della crescita esponenziale di Lorenzo Insigne e delle ambizioni future, in Italia e in Europa, della società partenopea. Sul terzo posto di quest'anno Sarri ha dichiarato:

È pesante fare 86 punti e non entrare direttamente in Champions, un terzo posto a 86 punti non si era mai visto. C'e' soddisfazione per quello che abbiamo fatto ma anche rammarico per aver mancato la Champions diretta per un punto. Il preliminare e' sempre difficile puo' avere ripercussioni su un bel pezzo di stagione, sia in positivo che in negativo. Fa rabbia dover essere noi l'ultima squadra italiana a fare il preliminare.

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Per il preliminare di Champions League il tecnico partenopeo spera di poter contare ancora su Pepe Reina, uomo di riferimento in campo e fuori per gli azzurri:

È stato per noi un ragazzo straordinario e spero possa continuare a esserlo. E' un punto di riferimento assoluto per lo staff, per lo spogliatoio, un ragazzo di grandi valori morali, umani e calcistici, e li trasmette al gruppo. Spero che rimanga il nostro portiere, al di la' delle discussioni che puo' avere fatto con presidente e società.

Quest'anno c'è stato il grande exploit di Lorenzo Insigne (20 goal e 12 assist complessivi) e a chi gli chiede se il talentuoso calciatore di Frattamaggiore possa fare il salto di qualità risponde così:

Se lo fa entra fra i primi 3-4 giocatori al mondo… Il salto di qualità lo ha già fatto, ha disputato un campionato straordinario, ha fatto più gol e assist di qualche suo collega più celebrato sui giornali italiani. Sta diventando un giocatore straordinario, completo, ha sempre avuto grande talento e ora incide sulla partita".

Dopo l'infortunio difficile di quest'anno, la prossima stagione potrebbe essere quella del rilancio per Arkadiusz Milik e Maurizio Sarri è convinto che l'attaccante polacco sarà determinante:

Può essere un uomo importante, a inizio stagione ha fatto 7 gol in 9 partite, ma durante la sua assenza è esploso Mertens e il campo ha detto che per questa squadra era imprescindibile e abbiamo proseguito con lui. Nel finale di stagione ci poteva essere piu' spazio per Milik ma ci sarebbe piaciuto che Mertens vincesse la classifica cannonieri, sarebbe stata una soddisfazione collettiva.

A chi gli chiede un parere sulla Juve e la finale di Cardiff con il Real, che ha eliminato il Napoli agli ottavi di finale, afferma:

Siamo usciti in Coppa Italia e in Champions contro le squadre che le hanno poi vinte, nei sorteggi non siamo stati fortunatissimi. La finale non l'ho vista se non nei minuti finali, la guardero' nei prossimi giorni, di sicuro quando il Real prende il sopravvento nella partita fa male. Era palese che eravamo stati eliminati da una grande squadra anche se nella seconda partita abbiamo perso perche' era a eliminazione diretta: sull'1-1 era diventato impossibile qualificarsi e abbiamo mollato un po' ma se fosse stata una partita di campionato almeno un punto lo avremmo fatto.

Per l'allenatore del Napoli non vi è tutto questo gap di cui si sente tanto parlare tra la Juventus e le big straniere e fa riferimento al budget che hanno a disposizione queste super potenze:

Non c'è una differenza così marcata fra le grandi squadre italiane come la Juve e le big europee. La Juve negli ultimi anni ha fatto fuori in Champions sia il Real che il Barcellona. Quando parlo di budget sembra che voglio giustificarmi ma all'estero 5-6 società hanno un budget mostruosamente superiore a quello della Juve e questo alla fine, nella maggior parte dei casi, incide. Ma il divario di 5-6 anni fa che sembrava incolmabile si sta riducendo.

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