Napoli, Nicchi attacca De Laurentiis: “Istiga alla violenza”
Il Presidente dell'AIA (Associazione Italiana Arbitri) entra con il gomito alzato verso Aurelio De Laurentiis e i suoi tweet inneggianti alla violenza. Marcello Nicchi non ci gira intorno e davanti alle frasi del numero uno del Napoli non resta certo zitto dovendo anche d'ufficio difendere la categoria messa sotto accusa ancora una volta. Il clima che si respira dopo il 3-1 al San Paolo è quasi come quello del dopo Juve-Roma 3-2 infarcito di polemiche e strali sui costanti ‘aiutini' favorevoli ai bianconeri denunciati dagli avversari di turno. Ora tocca al Napoli che per voce del suo massimo esponente ha alzato l'asticella della polemica parlando apertamente di ‘mala fede' e di ‘incompetenza' e chiedendo che l'intero gruppo direttivo della gara composto da sei arbitri venga ‘sospeso a lungo'. Troppo per Nicchi che ha raccolto la mela avvelenata e l'ha rispedita al mittente: "Parole inaccettabili che istigano alla violenza".
Nessuna colpa sul gol di Caceres. Sotto la lente di ingrandimento l'arbitro Tagliavento, direttore di gara che avrebbe sbagliato in varie occasioni, come nel caso del gol annullato a Koulibali per carica su Buffon e sul gol di Caceres con due bianconeri in fuorigioco: "Tagliavento è un arbitro di garanzia e non va in campo influenzato da ricordi del passato. Bene ha fatto il designatore a mandarlo a Napoli. Gli arbitri sono già pochi, figuriamoci se bisogna tener conto di ciò che è accaduto anni fa. Sul gol di Caceres non mi sento di dar colpe a un guardalinee che non ha colto una posizione scorretta per pochi centimetri, tra venti persone in mischia. Nessun napoletano in campo si è lamentato del fuorigioco".
De Laurentiis rimasto a Calciopoli. Poi, la risposta a De Laurentiis e alle sue invettive sui social che hanno scatenato un ‘caccia all'arbitro' che potrebbe sfociare in violenza alla prima occasione. Un clima pesante che è stato istigato da un presidente di un club di serie A che dovrebbe lavorare in senso opposto: "De Laurentiis è esperto e maturo e risponderà delle sue parole alla Procura Federale, io non censuro nessuno. Chi dice questo è rimasto a Calciopoli, in questo momento non ne vedo il motivo. Nel calcio troppo spesso non si pensa a quel che si dice, bisogna stare attenti a ogni dichiarazione. Così si può generare violenza, bisogna essere cauti. I nostri arbitri non li fermiamo, al limite decide l'organo tecnico, ma non vedo il motivo per la sospensione. Questo tipo dichiarazioni possono portare poi al fatto che vengono picchiati 370 ragazzi l'anno sui campi di tutta Italia"