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Napoli in Champions League: dopo 21 anni di nuovo tra “i campioni”

Il Napoli è matematicamente quarto e ad un solo punto dalla qualificazione alla Champions League diretta: non succedeva da 21 anni.
A cura di Mattia Sparagna
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Tifo Napoli - Serie A, Champions League

21 ANNI FA L’ULTIMO SCUDETTO – Il Napoli di Aurelio De Laurentiis, guidato da Walter Mazzarri in panchina e, in campo, dal “trio delle meraviglie” Hamsik-Cavani-Lavezzi, è riuscito a portare il Napoli in Champions League. A onor del vero, per la matematica qualificazione diretta manca un punto, ma l’aritmetica ha già consegnato al Napoli il quarto posto (ovvero l'accesso ai preliminari). Era il 29 aprile del 1990 quando, allo Stadio San Paolo, in Napoli di Maradona, Careca e Alemao festeggiava il secondo Scudetto. Quel tricolore fu una rivincita per tutti perché strappato, a poche giornate dalla fine, al Milan di Sacchi che due anni prima aveva “scippato” il titolo agli azzurri. Con la vittoria del campionato gli azzurri si regalarono la possibilità di parteciapre alla Coppa dei Campioni.

LA SUPERCOPPA, POI IL BUIO – La stagione successiva, quella 90/91, fu per il Napoli “l’inizio della fine”. I rapporti ormai logori tra Maradona, Ferlaino e una parte della città, allontanavano sempre più il campione argentino capace di trascinare il Napoli fin dove non era mai stato. Il primo settembre del 1990 è la data dell’ultimo trofeo messo in bacheca dalla società, una Supercoppa Italiana (la prima e l’ultima per il momento), contro “l’odiata” Juventus. Il risultato fu rotondo, eclatante; 5 a 1 per gli azzurri; ma i tifosi non potevano pensare che quello sarebbe stato l’ultimo acuto, l’ultima gioia a cui sarebbero succedute diverse traversie che avrebbero portato, in meno di 15 anni, il Napoli al fallimento e a ricominciare tutto dalla Serie C.

L’ULTIMA PARTECIPAZIONE CON I “CAMPIONI” – Era il 6 

Diego Maradona

novembre del 1990 e il Napoli usciva per sempre da quell’edizione della Coppa dei Campioni, senza più farvi ritorno. Ai sedicesimi di finale (ovvero il primo turno) gli azzurri eliminarono gli ungheresi dell’Ujpesti, senza troppi patemi. Negli ottavi la squadra di Albertino Bigon affrontè lo Spartak Mosca: non uno squadrone in realtà, ma tanto bastò ad eliminare i partenopei dalla competizione, che in un freddo inverno sovietico salutarono per sempre la coppa dei Campioni.

CAMBIA IL NOME, NON IL FASCINO – Qualche anno dopo, il trofeo che

Champions League

ospitava “I Campioni” cambiò per sempre denominazione e formula: Champions League. Una lega, e non più una coppa, a cui partecipavano anche le seconde, le terze e le quarte classificate dei campionati più importanti. Il Napoli però non si avvicinò mai, nemmeno per sbaglio, a conquistare un piazzamento nella prestigiosissima competizione. A dirla tutta, dopo i fasti dell’epoca maradoniana, il Napoli si qualificò in una competizione europea solo nel 93/94 grazie ad un sesto posto in classifica e una qualificazione in Coppa UEFA.

GLI ANNI BUI: PRIMA LA B E POI IL FALLIMENTO – Il declino del Napoli era iniziato e i guai finanziari della società sembravano ingigantirsi ogni giorno di più. Le traversie della proprietà, che passò di mano in mano tra la fine degli anni 90 e i primi anni del 2000, sembravano non volersi arrestare. Così, dopo aver smembrato e indebolito la squadra per problemi finanziari, gli azzurri retrocessero in Serie B nella stagione 97/98. Due stagioni per riconquistare la massima serie che venne nuovamente persa dopo una sola stagione: 00/01. Da lì tre stagioni in cui i tifosi si divisero tra chi tifava per un ritorno imminente in Serie A, cercando di risistemare le cose pian piano e chi preferiva che terminasse questa tortura, anche con un fallimento e una retrocessione. Così alla fine del campionato 03/04 la Società Sportiva Calcio Napoli venne dichiarata fallita.

Aurelio De Laurentiis e Pierpaolo Marino - Napoli

NAPOLI SOCCER E LA RINASCITA – Con la retrocessione in Serie C e l’arrivo di Aurelio De Laurentiis come presidente, il Napoli (che, per il primo anno, cambiò denominazione in Napoli Soccer) ricominciò da capo, provando a creare una struttura solida alla base con uno dei migliori direttori sportivi in circolazione: Pierpaolo Marino. La prima stagione, partita addirittura in ritardo per gli azzurri, fu molto amara per i partenopei perché, dopo essere arrivati terzi in campionato ed essersi guadagnati il diritto a giocare i play-off, la finale contro l’Avellino premiò gli irpini. Nella doppia sfida con "i lupi", gli uomini guidati da Edy Reja, non riuscirono ad imporsi. Nella stagione successiva, con una programmazione migliore e mirata, il Napoli vinse senza grossi patemi il campionato e ritornò in B. Una serie cadetta inedita, con squadre del calibro di Napoli e Genoa (provenienti dalla C) e la Juventus (retrocessa per lo scandalo Calciocpoli)., oltre al Bologna e altre piccole squadre molto organizzate. Un Napoli solido e cinico si piazzò secondo, alle spalle della Juventus, e riuscì a salire in A.

LA PRIMA IN A E LA QUALIFICAZIONE IN EUROPA – Quasi non sembrava vero ai tifosi napoletani: dopo 3 stagioni il Napoli era di nuovo in Serie A. Quella squadra aveva l’ossatura della formazione che conquistò la promozione, più l’arrivo di giovani importanti come Lavezzi, Hamsik e Gargano, oltre agli innesti di esperienza come Zalayeta, Domizzi e Blasi. In quella stagione la squadra, allenata ancora da Reja, si qualificò per

Serie A, Allenatore Napoli - Walter Mazzarri

l’Intertoto (porta secondaria per l’Europa).

BREVE PARTECIPAZIONE IN EUROPA E L’ARRIVO DI MAZZARRI – L’esperienza europea non fu tra le più esaltanti, infatti il ritorno in una competizione internazionale portò poche soddisfazioni e soprattutto pochi benefici alla squadra. L’eliminazione contro il Benfica, al primo turno della Coppa UEFA, fu seguita da una stagione poco esaltante probabilmente influenzata dal fatto che gli azzurri iniziarono prestissimo la preparazione atletica. A farne le spese fu il tecnico Reja che, a poche giornate dalla fine del campionato, venne esonerato e sostituito dall’ex CT della Nazionale Roberto Donadoni. L’avventura azzurra per quest’ultimo fu poco fortunata e molto breve visto il pessimo inizio del nuovo campionato. Così, dopo la settima giornata del girone di andata della stagione 09/10 fu sostituito, visti gli scarsi risultati, da Walter Mazzarri.

Lavezzi, Liverpool - Napoli, Europa League

QUALIFICAZIONE IN EUROPA LEAGUE E POI … – Con Mazzarri in panchina il Napoli ritrovò subito punti, gioco e, anche se ci furono tensioni interne allo spogliatoio (si dice del poco feeling tra Fabio Quagliarella e una parte dei “veterani), il Napoli riuscì a centrare la qualificazione diretta all’Europa League. L’attuale stagione (ancora in corso) ha dimostrato che il Napoli, pur essendo una squadra abbastanza giovane a livello di esperienza europea, può giocarsela a viso aperto contro chiunque. La squadra di Mazzarri ha superato, anche se con qualche patema, il girone con Liverpool, Steaua Bucarest e Utrecht. Venendo però eliminata, in una sfida combattutissima, dal forte Villarreal. In campionato, la formazione allestita dal direttore sportivo Riccardo Bigon , si è imposta sin da subito, addirittura venendo additata (a poche giornate dalla fine) come possibile avversaria del Milan alla vittoria finale dello Scudetto.

Napoli'

… FINALMENTE LA CHAMPIONS LEAGUE – La stagione del Napoli è stata strepitosa, a tratti esaltante e ha portato la squadra azzurra al terzo posto a tre giornate dalla fine con un vantaggio, rispetto alla quinta, di 9 punti. Questo significa che per la matematica il Napoli è già sicuro, almeno, del quarto posto; per la qualificazione diretta in Champions al Napoli adesso basta solo un punto, oppure che Lazio o Udinese non facciano bottino pieno in queste ultime 3 giornate (entrambe non possono visto che ci sarà lo scontro diretto tra le due). Così, finalmente, dopo 20 campionati esatti (giocati tra A, B e C) il Napoli è riuscito a ritornare nel torneo più importante e blasonato d’Europa.

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