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Napoli e Juve favorite ma occhio a Roma e Inter: lo scudetto passa dalla difesa

Da dieci anni, chi subisce meno gol vince il titolo. Napoli e Juve restano le favorite nella corsa al titolo, ma occhio all’Inter che ha vinto due scontri diretti e aspetta i bianconeri. Sarri perde un tesoretto: dal 1994, chi ha chiuso in testa con più di 3 punti di vantaggio ha sempre conquistato lo scudetto.
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Due rivali perfette, tre concorrenti pronte a inserirsi nelle pieghe di un dualismo filosofico. Non ci sono solo Napoli e Juventus per una corsa scudetto che cambia fisionomia dopo il big match del San Paolo. Con la Juve che torna a -1 e il Napoli non più imbattuto, la Roma e l'Inter, squadre di solida identità e chiara visione, alimentano ambizioni e sogni di gloria. La Lazio, quinta ma con una partita in meno come la Roma, potrebbe pagare la minore profondità di organico sul lungo periodo.

2007-2017: solo tre volte lo scudetto al miglior attacco

Sarri ci avvicina all’Europa, spiegava Sacchi alla Stampa, ma quindici giornate non posson bastare, ancora, per un verdetto sulla stagione. Certo, la Juventus si trova nell'inusuale posizione di inseguitrice dopo la sfida che rimette l'efficienza difensiva al centro della scena. “ Alla fine contano solo quelli che arrivano primi” ha sottolineato prima del match Allegri, che ha sfidato Sarri per la prima volta in un Sangiovannese-Aglianese 0-0 del 2003. “Il Napoli però gioca un bellissimo calcio, direi che hanno imparato anche velocemente a fare la fase difensiva: hanno capito che per vincere i campionati bisogna fare la miglior difesa. Da lì non si scappa. Basta vedere la classifica: primo il Napoli con 9 gol subiti, seconda l'Inter con 10, terzi siamo noi con 14, ma c'è la Roma con una partita in meno, quindi potrebbe venire al pari nostro. Quest'anno magari noi non saremo la migliore difesa, speriamo di vincere lo stesso. O magari lo diventeremo”.

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Tutti i torti il tecnico bianconero non li ha, anzi. Da dieci anni a questa parte, dalla stagione 2007-2008, il titolo è sempre andato alla squadra con la difesa meno battuta del campionato. Dal punto di vista statistico, infatti, i gol segnati non sono tutti uguali: il secondo è il più prezioso, vale da solo quasi un punto in più. Ma negli ultimi dieci anni, avere il miglior attacco ha regalato lo scudetto solo in tre occasioni. Questo perché dieci gol subiti in meno, scrivono David Sally e Chris Anderson in "Tutti i numeri del calcio", riducono la percentuale di sconfitte del 2,35%, ma segnare dieci gol in più porta a una riduzione solo dell'1,76%. Il miglior attacco, in certi casi, è la difesa.

Napoli e Juve in direzione ostinata e contraria

È proprio in questi piccoli paradossi che passa il futuro della corsa scudetto. Il Napoli ha incassato cinque gol nelle prime sette giornate e altrettanti nelle ultime otto, mentre la Juve è peggiorata passando dai cinque incassafi fino alla settima ai 12 attuali. Speculare l'evoluzione davanti. Quello bianconero è il migliore attacco della Serie A, con 41 gol all'attivo distribuiti equamente nel corso della stagione. Il regresso del Napoli, invece, è evidente: 31 le reti in totale, ma soltanto 10 nelle ultime otto di campionato.

Le prospettive della lotta scudetto sono cambiate nei secondo tempi. I bianconeri, miglior attacco del campionato, si ritrovano a inseguire in gran parte per i secondi 45′ contro Atalanta, Lazio e Sampdoria, che hanno avvicinato al titolo di campione d'inverno il Napoli dello stakhanovista Insigne, sempre titolare da 60 partite. L'ultima panchina, a Crotone il 23 ottobre 2016, coincide con l'ultima di Manolo Gabbiadini al centro dell’attacco, con Callejon e Mertens sugli esterni. Un tentativo, non riuscito, di ridisegnare la squadra dopo l'infortunio di Milik. Dalla partita successiva, contro l’Empoli, al San Paolo, nascerà il tridente delle meraviglie con Mertens al centro della scena. Un tridente che però si è spento nell'occasione più importante.

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Spalletti-Allegri, otto giorni al duello chiave

Per il titolo, però, non ci sono solo Napoli e Juventus. “Azzurri e bianconeri hanno effettivamente qualcosa in più rispetto alle altre” ha dichiarato al Mattino Dino Zoff. “Subito dopo Inter, Roma e Lazio”. Sembra più una corsa a cinque, con l'Inter che ha dimostrato, non solo per l'assenza delle trasferte europee, di aver guadagnato con Spalletti un'identità stabile, una visione chiara del presente e del futuro.

Così, sarà probabilmente Juventus-Inter della prossima settimana a fare da spartiacque per la stagione, anche se saremo ancora alla sedicesima giornata. Il titolo di campione d'inverno, però, avrà ormai trovato un padrone, almeno nella forma, e non si tratta solo di un riconoscimento effimero, puramente statistico.

Girone d'andata spesso decisivo

Negli 85 campionati di serie A, infatti, solo nel 1935-36 la squadra prima al termine del girone d'andata non ha chiuso fra le prime tre. In 58 occasioni la capolista a metà torneo ha poi vinto lo scudetto, una percentuale che sale leggermente nell'era dei tre punti per vittoria, dal 1994-95 (69,57%, 16 campionati su 23).

Considerando però i risultati sul campo, e dunque non i titoli revocati e le classifiche poi riviste dai giudici, sono cinque i campionati in cui la capolista alla fine del girone d'andata non risulterà la squadra con più punti a fine torneo. È successo nel 1998-99, quando la Fiorentina non è riuscita a difendere i tre punti di vantaggio sulla Lazio, nel 1999-2000, con i biancocelesti poi scudettati indietro di un punto rispetto alla Roma a metà stagione, nel 2001-2002 con Roma e Juve a +1 sull'Inter alla fine del girone d'andata, nel 2002-2003 con Milan e Juve a +3 sull'Inter e l'anno scorso.

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Aumenta il peso degli scontri diretti

Rispetto a dodici mesi fa, dunque, i numeri dicono che arrivare alla fine del girone d'andata con più di quattro punti di vantaggio sulla seconda nell'era dei tre punti ha sempre costituito il preludio allo scudetto.

Ma ancor più che nella scorsa stagione e nella tradizione della Serie A, con l'asimmetria crescente fra le big e le altre, con l'abbassamento della quota salvezza, distorta dalle 14 sconfitte di fila del Benevento, gli scontri diretti sono destinati a fare la differenza. E il Napoli, nella classifica avulsa che considera gli incontri fra le prime cinque dell'attuale classifica, rimane comunque l'unica, al momento, insieme all'Inter con almeno due vittorie. La Juve, dalla sua, è l'unica a doverne affrontare ancora due, contro Inter e Roma. La strada di Allegri è chiara, e la partita contro il Napoli lo dimostra, ma la tendenza è evidente nell'interpretazione di tutti i top team: l'identità offensiva passa per l'applicazione difensiva. Cambiano le stagioni, cambiano le interpretazioni, ma in Italia non prenderle conta ancora più di tutto.

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