Napoli: da Albiol a Jorginho, i ‘miracoli’ di Sarri anche per il fantacalcio

L'avvio di stagione del Napoli non è stato dei migliori: un ko col Sassuolo (1-2), due pari con molti gol al passivo con Sampdoria e Empoli (2-2), prima della rinascita con Bruges e Lazio (5-0) e il pari senza reti col Carpi (0-0). Un percorso in altalena – non troppo diverso da quello di Benitez – che ha messo subito in bilico la panchina di Sarri, almeno nei giudizi di una piazza esigente come quella partenopea, peraltro "aizzata" dai giudizi severi di un monumento come Maradona ("Sarri non è un tecnico da squadra vincente"). Eppure il tecnico ex Empoli non si è lasciato fagocitare dall'ansia (appoggiato da De Laurentiis), ha proseguito nei suoi esperimenti e intanto ha cambiato il Napoli dall'interno, intervenendo sui quei punti deboli che hanno sempre impedito alla squadra di compiere il salto di qualità che ora sembra più vicino, specie dopo l'ultimo entusiasmante successo sulla Juventus.
Dicevamo dei punti deboli, dapprima la difesa. In assenza di colpi dal mercato, capaci di spostare gli equilibri (da Chiriches a Hysaj), il tecnico è intervenuto proponendo situazioni tattiche diverse: ha accolto Reina e la sua leadership, ha rinforzato il centrocampo con un uomo in più e ha registrato il reparto attorno ad Albiol. Proprio lo spagnolo è il simbolo della rinascita partenopea. Dopo il rendimento mediocre dell'ultimo campionato (5.37 di fantamedia in 35 presenze), si è caricato sulle spalle la responsabilità di un reparto da rilanciare, è stato il primo a mandare a mente i nuovi dettami tecnici e ora sta contribuendo anche alla crescita del compagno di reparto Koulibaly. I numeri sono dalla sua: 6 di media in altrettante gare per l'iberico e 6.25 per il senegalese.
A proposito del centrocampo, l'altro simbolo del nuovo-vecchio Napoli è l'italo-brasiliano Jorginho. Per lui Sarri ha puntato i piedi, si è opposto alla cessione, nonostante l'arrivo del fedelissimo Valdifiori e ha garantito sul suo rilancio. Ebbene, dopo l'inizio in panchina, l'ex Verona è stato inserito gradualmente nel sistema di gioco partenopeo, ha faticato all'inizio come tutta la squadra, ma dalla gara con la Lazio si è rivisto il giocatore che De Laurentiis ha pagato a peso d'oro dal Verona. Affidabile, concentrato, concreto, punto di riferimento della squadra, abile a disimpegnarsi nelle due fasi, ma soprattutto in quella di rilancio dell'azione. E il 7 unanime in pagella contro la Juventus è il sigillo sul suo definitivo ritorno ad alti livelli.
Ultime annotazioni per l'attacco, dove i capolavori di Sarri rispondono ai nomi di Insigne e Higuain. Sul talento di casa, il tecnico ha puntato senza mezzi termini sin dal primo giorno a Castelvolturno: prima da trequartista poi, dopo il passaggio al 4-3-3, da esterno d'attacco e i risultati sono lì a testimoniare l'efficacia del lavoro svolto in allenamento, sia da un punto di vista tattico sia psicologico. Il ragazzo ha messo insieme 3 gol, 2 assist e 8.08 di fantamedia in 6 gare. Quanto all'argentino, nel suo caso il lavoro era soprattutto di recupero: dopo una stagione di delusioni, anche con la Nazionale, a Gonzalo andava ridata sicurezza, leadership e quella tranquillità necessaria ad essere decisivi nei momenti più importanti. Risultato: 5 gol, 1 assist e 9.17. Bravo Sarri.