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Nainggolan: “Salvo per miracolo, dovevo essere all’aeroporto di Bruxelles”

Il centrocampista della Roma e del Belgio racconta della coincidenza fortunata: “Per partecipare all’evento sono arrivato un giorno prima in Belgio ma ad Anversa. Diversamente mi sarei imbarcato su un volo a Roma e poi sarei atterrato direttamente a Bruxelles”. Anche l’ex friulano Walem ha rischiato di essere coinvolto nell’attentato.
A cura di Maurizio De Santis
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Dopo la strage di Parigi lo scambiarono per un terrorista, allora Radja Nainggolan dimenticò quella vicenda con un sorriso e una foto assieme agli agenti della sicurezza che avevano fatto irruzione nella sua camera d'albergo. Quanto accaduto a Bruxelles, invece, è come un chiodo piantato sull'anima di cittadino belga e di uomo sconvolto dalla ferocia degli attentati. I compagni di squadra della Roma – Florenzi – gli hanno telefonato e a loro ha confessato di essere ancora scosso per quanto accaduto, ai media (come riporta la Gazzetta) ha invece raccontato di come la sorte con lui sia stata benevola. All'aeroporto di Zaventem devastato dalle deflagrazioni delle bombe doveva esserci anche lui ma una per pura coincidenza – un impegno con lo sponsor – ha evitato di trovarsi lì, in quel luogo trasformatosi in un inferno. "Per partecipare all'evento sono arrivato un giorno prima in Belgio ma ad Anversa. Diversamente mi sarei imbarcato su un volo a Roma e poi sarei atterrato direttamente a Bruxelles". Anche sua moglie Claudia – in attesa del figlioletto che nascerà a luglio – avrebbe dovuto essere lì per assistere all'amichevole col Portogallo (annullata) e per le feste di Pasqua. Coincidenze.

Blindati. Nainggolan ha spiegato anche quelle ore convulse che hanno fatto seguito all'esplosione. "Sapevamo che avremmo dovuto presentarci in ritiro entro Mezzogiorno, proprio nell’albergo di fronte all’aeroporto – ha ammesso il centrocampista della Roma -. Invece è cambiato tutto, ci è stato comunicato che l’allenamento del pomeriggio era stato annullato e che lo stesso ritiro era sospeso fino a nuove ordine".

Sotto shock. Anversa è la città in cui il ‘ninja' giallorosso è cresciuto, in quegli attimi ha temuto che potessero esserci altri attacchi. "La città è grande, la più importante del Belgio insieme a Bruxelles, avevo paura che potesse esser presa di mira dai terroristi".

Lo spavento di Johan Walem. A rischiare di venir coinvolto dal terribile attentato, è stato anche l'ex centrocampista di Udinese, Parma, Torino e Catania: "Sono passato in quella zona dell'aeroporto alle 7, poco prima dello scoppio, e sembrava tutto tranquillo – ha spiegato a Metronews Johan Walem , oggi allenatore della squadra belga del Kortrijk – Bastava il classico ritardo del mio volo, tipico nei grandi aeroporti, e ora probabilmente non sarei qui a parlare. Appena ho saputo, ho avuto un capogiro e mi sono sentito male. Quando poi ho visto le immagini, sono stato ancora peggio. Ci hanno rimesso la vita degli innocenti e anche dei bambini. Tutto questo è assurdo"

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