Nainggolan: “Bevo, fumo, ogni tanto faccio ritardo. Non sono l’unico, però”
"Fumo e ogni tanto sono in ritardo ma non voglio perdere il Mondiale". Radja Nainggolan è così, prendere o lasciare. Un ninja in campo – con Spalletti che gli ha insegnato quanto sia preziosa e letale la sua potenza con un po' più di controllo -, un ‘uomo vero' che non ha bisogno di maschere per nascondere i propri difetti/eccessi; non ha peli sulla lingua quando – scambiando qualche chiacchiera coi tifosi – afferma che "mai andrà alla Juventus degli aiutini" oppure rinfaccia a un fan che gli chiede l'autografo di "tifare la squadra sbagliata"; ha scelto di restare in maglia giallorossa nonostante alla sua porta abbia bussato mezza Europa.
Il rapporto poco idilliaco col ct. Vero e verace, a volte anche troppo… come in occasione dello sfogo che lo aveva portato a dire addio alla propria nazionale, il Belgio. La decisione del commissario tecnico spagnolo, Martinez, di escluderlo dal novero dei convocati contro Gibilterra e Grecia aveva causato la reazione rabbiosa e impulsiva del calciatore: "Chiama Youri Tielemans, spesso in panchina nel Monaco, e non me che lo scorso anno ho giocato 53 partite con una delle migliori squadre italiane – disse Nainggolan -. Diceva che i suoi convocati avrebbero dovuto essere nei migliori campionati nazionali ma Witsel gioca in Cina e improvvisamente non importa più. Da oggi per me c'è solo la Roma".
Il dialogo con il ds Monchi: "Voglio il Mondiale". Una posizione molto netta, mitigata dal tempo, dalla ragione che ha preso il sopravvento e soprattutto dal dialogo con il diesse capitolino, Monchi, come rivelato dallo stesso calciatore nella lunga intervista a hln.be. "Il dialogo con lui mi ha fatto cambiare idea. Mi ha detto "devi giocare il Mondiale". E io vorrei farlo, anche se temo che sarà difficile e mi dispiacerebbe tanto saltare la seconda coppa del mondo di fila. E' la cosa più bella che c'è assieme alla Champions".
Ribelle e fuori dagli schemi, etichetta che allontana da sé. Nainggolan non nega qualche vizio ma si chiede perché solo i suoi acquistino un valore differente… "Non ho mai mentito sul mio stile di vita e non vedo perché me ne dovrei vergognare. Una volta è perché bevo, poi perché fumo, ma non sono l'unico, poi perché non sono concentrato o faccio ritardo, ma anche in questo caso non sono l'unico a tardare un minuto. Sono sempre cose extra sportive che mi fanno saltare la nazionale mai questioni tattiche".