Mutandine in vista, Neymar rischia l’inchiesta Fifa per pubblicità occulta

Il vizietto di Neymar: indossare i calzoncini della divisa a livello inguinale, fino a mostrare le mutande griffate oppure variopinte. La prima volta è accaduto nello scorso mese di aprile, durante la sfida dei quarti di finale di Champions League giocata al Vicente Calderon (e persa) contro l'Atletico Madrid del ‘Cholo' Simeone: allora, l'ex stella del Santos venne pizzicata dal quotidiano brasiliano ‘Folha di San Paolo' con bordo e marca della biancheria intima che indossava in occasione del match di Coppa. Lui di spalle, con la mano sul ventre mentre solleva la maglietta e (per caso) lascia intravedere il marchio della Casa produttrice: quanto basta per sollevare un polverone e costringere la ‘Lupo' – uno degli sponsor personali – a fare un comunicato di smentita, prendendo le distanze dall'episodio. Il ‘dieci' blaugrana, però, ha fatto il bis con altrettanta disinvoltura ed esibendo biancheria coloratissima sia prima sia dopo il match al Mondiale contro il Camerun.
Ultima partita della fase a gironi, quella decisiva che regala il primo posto alla Seleçao nel proprio raggruppamento: le telecamere indugiano su Neymar nel pre-partita mentre prova ad aggiustare i pantaloncini… gesto rituale per un calciatore prima di un incontro; la scena, sia pure in un momento diverso, si ripete al termine dei novanta minuti con il brasiliano che, tolta la maglietta e scambiatala con gli avversari, si avvia verso lo spogliatoio, saluta il pubblico e resta a torso nudo, con i calzoncini un po' troppo abbassati… così da mostrare a tutti quelle mutandine sfumate di giallo e di verde come i colori della nazionale. Semplice casualità oppure il tentativo di fare pubblicità occulta? Nel dubbio gli converrà fare maggiore attenzione considerato che – secondo quanto riportato dal giornale brasiliano Uol – alla Fifa quell'atteggiamento svagato e un po' sciatto non è piaciuto… non per questione di contegno, piuttosto per il tentativo (presunto) di fare pubblicità occulta.
Le prescrizioni che regolamentano gli spot sul rettangolo verde sono molto rigide: Fifa e Uefa devono anzitutto tutelare gli sponsor ufficiali che pagano cifre milionarie per ottenere esclusive, rispetto delle regole e dei contratti firmati. E allora capita che le sanzioni possano essere durissime, come accaduto a Nicklas Bendtner, ex attaccante dell'Arsenal e della Juventus, che all'Europeo del 2012 era in campo con la Danimarca:dopo il gol del 2-2 contro il Portogallo abbassò i pantaloncini abbastanza da mostrare il marchio di Paddy Power – agenzia di scommesse – e venne punito con un'ammenda di centomila euro.