Mourinho e le sue 10 frasi celebri
José Mourinho oggi è stato esonerato dal Chelsea. Strano destino quello del portoghese che per la seconda volta chiude in questo modo la sua avventura con i ‘Blues’, con cui aveva conquistato la Premier League appena sette mesi fa. I problemi insormontabili con lo spogliatoio e soprattutto il sedicesimo posto in classifica sono costati cari al portoghese, che aveva rinnovato il contratto con il Chelsea fino al 2019 pochi giorni prima dell’inizio del campionato. Il portoghese, uno degli allenatori più titolati della storia, è famosa anche per le sue provocazioni e per le sue frasi celebri con cui in tutti questi anni ha attaccato tanti rivali.
Special One – Il giorno in cui ci fu la presentazione ufficiale da allenatore del Chelsea, era il 10 luglio 2004, Mou si ribattezzò come lo ‘Special One’: “Vi prego di non chiamarmi arrogante, ma sono campione d’Europa e credo di essere speciale. Se avessi voluto un lavoro facile sarei rimasto al Porto: una bella sedia blu, una Champions League, Dio, e dopo Dio, io”.
Pirla – Quattro anni più tardi nella prima conferenza stampa da allenatore dell’Inter Mourinho dimostrò di avere un’eccellente conoscenza dello slang italiano, anzi per essere preciso del milanese. Domanda numero uno: “Pensa che Lampard potrebbe trovarsi bene nel calcio italiano?”, risposta: “Perché mi chiedi di un giocatore del Chelsea?”. Domanda successiva: “É un modo furbo di riproporre il tema che lei ha appena evitato". Mou chiuse così: “Sì, sì. Ma io non sono pirla”.
Ranieri e l’inglese – Storico rivale di Mou è Claudio Ranieri, che fu preso in giro nel 2008 per la sua conoscenza dell’inglese: "Io ho studiato cinque ore al giorno l'italiano per diversi mesi per poter comunicare con voi giornalisti e con i tifosi e pensate che vi abbia mancato di rispetto? Parla poi Ranieri che dopo cinque anni in Inghilterra ha avuto difficoltà a dire good morning e good afternoon”. Probabilmente oggi Ranieri dirà ‘Goodbye Mister Mourinho”.
(Lo) Monaco – Dopo le prime due partite italiane della sua carriera Mou rispose a Pietro Lo Monaco, all’epoca a.d. del Catania, che aveva detto: “Mourinho è da prendere a bastonate sui denti”. Le parole di José: “Io conosco il monaco del Tibet, il Principato di Monaco, il Bayern Monaco, il Grand Prix di Monaco. Non ne conosco altri. Se questo Lo Monaco vuole essere conosciuto per parlare di me, mi deve pagare tanto. Io ho già degli sponsor che mi pagano per fare pubblicità”.
Zero tituli – Il portoghese quando allenava in Italia parlò di ‘prostituzione intellettuale’ e coniò il termine ‘Zero tituli’, così punse squadre come Roma, Juventus e Milan che in quella stagione non vinsero nulla: “A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l’onestà intellettuale. Mi sembra che negli ultimi giorni ci sia una grandissima manipolazione intellettuale, un grande lavoro organizzato per cambiare l’opinione pubblica per un mondo che non è il mio. Negli ultimi due giorni non si è parlato della Roma che ha grandissimi giocatori, ma che finirà la stagione con zero tituli. Non si è parlato del Milan che ha 11 punti meno di noi e chiuderà la stagione con zero tituli. Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali”.
Il rumore dei nemici – Nell’anno del ‘Triplete’ Mourinho sentiva il rumore dei nemici: “Ho espresso un’opinione da uomo libero in un Paese libero, e subito ho sentito il rumore dei nemici. Questo mi piace: ho parlato e ora sono tutti qui…”.
Perché? – Dopo una semifinale di Champions League persa con il Barcellona, ai tempi del Real Madrid, Mou si fece parecchie domande e lasciò intendere che nell’Uefa c’era una netta preferenza per i catalani: “Se io dico a lei e alla Uefa quello che penso e quello che sento, la mia carriera finisce oggi. E siccome non posso dire quello che sento, ho solo una domanda. E spero, un giorno, di avere una risposta. La domanda è: Perché? Perché? Perché Ovrebo? Perché Busacca? Perché De Bleeckere? Perché Frisk? Perché Stark? Perché ad ogni semifinale accade sempre lo stesso? Perché Ovrebo da tre anni? Perché il Chelsea non è potuto andare in finale? Non so se è la pubblicità dell’Unicef, non so se è il poter del signor Villar all’interno dell’Uefa”.
Zeman – Il boemo attaccò l’ex tecnico del Chelsea nel 2012, Mou finse di non conoscere Zeman: “Sarei un mediocre? Rispetto le opinioni di tutti, anche quelle di Zeman. Scusi, ma dove gioca questo Zeman? Lo cercherò su Google”.
Wenger – Uno dei bersagli preferiti di Mourinho è da sempre Wenger, che criticò in modo severo nel febbraio 2014: “Otto anni senza vincere un trofeo sono tanti. Se io avessi fatto la stessa cosa al Chelsea, sarei già andato via. Io lo rispetto come allenatore, ma se parliamo di successi, la situazione mi sembra abbastanza chiara. Lui è uno specialista in fallimenti".
Google – Alla vigilia di Chelsea-Maccabi, gara d’esordio di questa Champions League, Mou attaccò chi gli ricordava delle sue difficoltà nel terzo anno con i suoi club: “Noi siamo ancora i Campioni d’Inghilterra e io sono ancora lo Special e l’Happy One. Se torniamo indietro di tre mesi, eravamo la miglior squadra d’Inghilterra, il miglior allenatore e i migliori giocatori. La crisi del terzo anno? Cliccate su Google invece di fare domande stupide e andate a vedere cosa ho fatto al terzo anno”.