Morto in campo a 20 anni, Sevegliano in lutto

Vent'anni, stroncato da un malore sul campo d'allenamento. Fabio Zuccheri, originario di Palmanova (Comune in provincia di Udine), portiere del Sevegliano (club dilettantistico friulano) è morto nella serata di mercoledì. Il ragazzo aveva da poco tolto la tuta e iniziato un po' di corsa per il riscaldamento. E' stato allora che s'è consumato il dramma: il preparatore dei portieri, Enrico Gattesco, ha assistito alla scena e s'è accorto dell'improvviso malore del giocatore. Ha iniziato a barcollare e poi s'è accasciato sul rettangolo verde. L'uomo s'è immediatamente precipitato per soccorrere il calciatore che non dava segni di vita: ha provato a rianimarlo praticando il massaggio cardiaco e subito ha avvertito i soccorsi, giunti in brevissimo tempo.
A nulla, però, sono valsi i tentativi fatti, per Zuccheri – che s'era unito ai nuovi compagni del Sevegliano da pochi giorni – non c'è stato più nulla da fare. La notizia del decesso ha creato sconforto e alimentato il dolore nella società gialloblù che s'è stretta intorno alla famiglia del ragazzo. Nel breve curriculum di Zuccheri c'erano anche un'esperienza con gli abruzzesi del Teramo e la Sambenedettese, club marchighiano di cui aveva difeso i pali nel campionato d'Eccellenza.
La morte di Fabio Zuccheri ha riportato alla memoria altri episodi accaduti di recente. L'ultimo, in ordine di tempo, conduce a David Faramola Oniya che crollò in preda a un collasso durante un'amichevole giocata in Malesia tra la sua squadra (T-Team) e il Kelantan. In precedenza, un'altra tragedia s'era consumata su un rettangolo verde, questa volta accaduta in Argentina: Cristian Gomez, 27enne difensore dell'Atletico Paranà (club di seconda divisione), avverte una fitta al petto e frana al suolo. Poche settimane prima era toccato a Gregory Mertens del Lokeren perdere la vita durante una sfida del campionato belga per un collasso cardiaco.