Morto Enzo Bearzot: ripercorriamo la carriera del grande allenatore
MILANO. Una notizia tristissima per tutti gli appassionati di calcio e per chi ricorda con grande gioia una straordinaria impresa della nostra nazionale di calcio: Bearzot è morto. L'indimenticabile commissario tecnico che gidò l'Italia ai mondiali in Spagna nel 1982 si è spento all'età di ottantatre anni, lasciandoci però pagine indelebili di storia. Sono passati quasi trent'anni da quella meravigliosa coppa del mondo che venen alzata da Dino Zoff, quindi proviamo a ripercorrere quello che riuscì a fare la truppa azzurra.
C'erano nomi altisonanti, come lo stesso Zoff in porta, Scirea e Gentile come centrali, Cabrini terzino, l'immarcabile Bruno Conti come ala (il più "brasiliano" degli italiani") e Antognoni a centrocampo, così come il bomber Paolo Rossi in attacco (quell'anno vinse il Pallone d'Oro). L'inizio dell'avventura in terra iberica però è davvero stentato. Il girone iniziale prevede avversari non proprio imbattibili come Camerun (a quei tempi non era ancora cresciuto come negli anni novanta), Perù e la leggermente più temibile Polonia di Boniek, ma i nostri ragazzi strappano solo tre pareggi (arriviamo secondi, e fortunatamente passano le prime due).
Si parte con uno scialbo pareggio per zero a zero contro i polacchi, dopo un match giocato veramente male. Contro i peruviani invece il compito sembra essere più facile ma invece arriva un'altra figuraccia e la stampa comincia a dare addosso al gruppo: uno a uno con gol di Conti pareggiato nel finale da Diaz e "Vergogna" è la parola più usata dalla carta stampata. Bearzot corre ai ripari "inventando" il silenzio stampa, ma arriva un'altro pareggio sempre per uno a uno contro il Camerun (Graziani e M'Bida), che ci qualifica grazie alla differenza reti.
Ci tocca un girone difficilissimo (non c'erano ottavi e quarti, ma un girone da tre che qualificava la vincente alle semifinali) con Brasile ed Argentina, ma finalmente la squadra si sveglia. Il primo miracolo è contro l'albiceleste di Maradona, francobollato da Gentile che lo limita (anche con le cattive). Due a uno per noi grazie a Tardelli e Cabrini (inutile il gol di Passerella). L'impresa però è col fortissimo Brasile di Falcao, Junior e Zico. Tripletta fantastica di Paolo Rossi (fino a quel momento in ombra) nella successiva sfida ai verdeoro, con i carioca che rimontano le prime due reti con Socrates e Falcao ma si arrendono alla terza (annullato un gol valido ad Antognoni, per un fuorigioco inesistente che avrebbe potuto evitarci qualche patema d'animo negli ultimi minuti con Zoff che compie un miracolo su azione di calcio d'angolo bloccando un pallone sulla linea di porta).
Semifinale e finale sono sempre nel segno di Pablito: doppietta alla Polonia che riaffrontiamo e battiamo alla grande per due a zero, poi lla finale del Santiago Bernabeu contro la Germania. Cabrini sbaglia un rigore nel primo tempo, ma nella ripresa Rossi, tardelli (memorabile la sua esultanza) ed Altobelli ci regalano un sogno davanti agli occhi del Presidente Sandro Pertini. I tedeschi segnnao con Breitner ma serve a poco. L'Italia è campione del mondo per la terza volta e Nando Martellini lo grida ad un paese in festa. Grazie Enzo, grazie per tutto questo.