Morto Angelillo, l’angelo dalla faccia sporca, recordman di gol in Serie A
Antonio Valentin Angelillo, grande attaccante che in Italia ha giocato tra la fine degli anni '50 e gli anni '60 con Inter, Roma e Milan, è morto in ospedale a Siena. L'italo-argentino aveva ottant'anni. Angelillo è scomparso venerdì 5 gennaio, ma la notizia, per volere della famiglia, è stata nascosta per oltre un giorno. Da quasi sessant'anni Angelillo detiene il record di attaccante più prolifico nella storia della Serie A in un campionato a 18 squadre, ne segnò 33 in 33 partite con l'Inter nel 1958-1959.
Il record di gol con l'Inter
Era soprannominato l"angelo dalla faccia sporca', uno di quei soprannomi che caratterizzavano i calciatori di un calcio che non c'è più. Nacque a Buenos Aires nel settembre nel 1937 e dopo aver giocato con il Boca Juniors e vinto da giovanissimo con l'Argentina la Coppa America sbarcò in Italia. L'impatto iniziale fu buono, ma l'anno migliore fu quello seguente. Perché nella stagone 1958-1959 Angelillo realizzò 33 gol in 33 partite, record assoluto e imbattuto in un campionato a 18 squadre.

I guai con Herrera, i successi con Roma e Milan
Quando arriva Helenio Herrera l'epopea nerazzurra dell'argentino finisce. Il ‘Mago' era un allenatore che amava le regole, Angelillo invece era refrattario alle regole, e pare amasse la bella vita, il gossip dell'epoca lo pizzicò spesso con una splendida ballerina in orari non proprio consoni a un calciatore. Nel 1962 passa alla Roma per 270 milioni. Con i giallorossi vinse una Coppa Italia e una Coppa delle Fiere, la genitrice della Coppa Uefa. Con il Milan vinse lo scudetto, prima di ritirarsi giocò anche con Genoa, Lecco e Napoli. Vestì anche per due volte la maglia della nazionale.
Scopritore di Zanetti
Lasciato il calcio giocato diventa allenatore, di esperienza ne vive tantissime. I risultati migliori li ottiene con l'Arezzo, che porta in Serie B. Allena una quindicina di squadre, comprese Brescia e Pescara, e pure la nazionale del Marocco. Quando decide di lasciare la panchina diventa osservatore dell'Inter, e in questa veste scopre Javier Zanetti, un altro argentino che ha scritto la storia del club nerazzurro.