Morte Enzo Bearzot, Bergomi: era un grande uomo, a lui devo tutto

Enzo Bearzot è morto, ma continuano ad arrivare una dopo l'altra le reazioni del mondo del calcio alla notizia della sua scomparsa. Il ct della nazionale che ha portato in Italia la "terza stella mondiale" dimostra di aver lasciato una traccia indelebile nei cuori di tutti gli sportivi, senza dubbio grazie alla sua onestà e professionalità.
Giuseppe Bergomi ricorda anzitutto l'uomo: " Una persona straordinaria. A Bearzot devo tutto. Non posso dimenticare quanto mi ha fatto maturare, mi ha insegnato cosa è il rispetto. Aveva dei principi e degli ideali forti". Poi aggiunge: "Ha vinto come allenatore, ma soprattutto come uomo mi ha fatto crescere, mi ha fatto giocare in quel gruppo bellissimo. Era uno che ti parlava tanto, ti metteva a tuo agio".
Proprio grazie a lui Bergomi esordì in nazionale ad appena 18 anni durante un'amichevole pre-mondiale contro la Germania Est; qualche mese dopo si ritrovò a Madrid tra gli undici titolari della finale Mondiale contro la Germania Ovest di Rumenigge.
Il pensiero dello "zio" va proprio a quell'esperienza meravigliosa:" Quel gruppo che e' riuscito a creare era straordinario, anche chi ha giocato poco lo ricorda benissimo. Io sono entrato in punta di piedi, ho cercato di farmi accettare da loro, lui sapeva mettere insieme le persone, creare queste alchimie non e' facile". Ulteriore dimostrazione di questa capacità di Bearzot è proprio l'affetto con il quale i suoi "ragazzi", quelli di Spagna '82, si sono stretti intorno al loro maestro per ringraziarlo un'ultima volta.