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Moratti gioca Inter-Juventus: “Loro pazzeschi, ma noi stiamo crescendo”

il presidente nerazzurro si prepara al Derby d’Italia della terza giornata: “Il gap tra noi e loro si può colmare”. E poi, su Mazzarri: “Umile, concreto, lavoratore: è la persona giusta per questo progetto”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il presidente nerazzurro è già proiettato alla prossima partita di campionato, per la terza di Serie A che vedrà a San Siro il big-match di giornata con il Derby d'Italia tra la Juventus e l'Inter. Una sfida che cade ad inizio stagione e mette già pepe ad un inizio di campionato votato allo spettacolo e al divertimento. Tutte le grandi hanno fin qui vinto e dominato a suon di gol e prestazioni maiuscole. Ma adesso si inizia a fare ancor più sul serio, con l'Inter di Mazzarri chiamata alla prova di maturità contro i campioni d'Italia. Contro cui è vietato fallire sia per non perdere contatto in classifica con la vetta, sia per dimostrare nei fatti che l'orribile stagione passata è definitivamente alle spalle.

La porta inviolata – In due gare di campionato e nel turno di Coppa Italia d'agosto, l'Inter non ha mai subito reti. 270 minuti di inviolabilità, contro il gruviera difensivo dello scorso anno quando – nella gestione Stramaccioni – il povero Handanovic era obbligato a rimediare brutte figure su tutti i campi d'Italia. Adesso il vento è cambiato: Walter Mazzarri è riuscito in un primo piccolo miracolo in cui ha saputo rigenerare un ambiente devastato dall'assoluta mancanza di autostima. Senza intervenire pesantemente sul mercato, il tecnico ex Napoli ha lavorato e recuperato giocatori altrimenti perduti (sia tecnicamente che economicamente), come Jonathan, Ranocchia, Pereira, Alvarez. Tutti elementi utili alla causa nerazzurra senza coppe e concentrata sul campionato. Dove si riparterà dalla Juventus, in un test-match che delineerà subito la consistenza e le aspettative della squadra.

L'elogio di Mazzarri – Moratti lo sapeva e ne sta vedendo i risultati sul campo la domenica e in allenamento durante la settimana: "Si sarebbero potute fare altre scelte che potevano sembrare nuove, coraggiose e divertenti (riferimento alla conferma di Stramaccioni, ndr) e invece il tentativo, ben riuscito, è stato quello di prendere una persona concreta, umile, che ascolta i giocatori e l’ambiente, cerca di capirli senza però perdere la forza delle sue idee e del suo lavoro. Il fatto che fosse un grande lavoratore e che avesse tanta esperienza mi ha permesso di rendermi conto che era lui la persona giusta per diventare il nostro punto di riferimento dal punto di vista sportivo".

Una sfida (im)pari – Così contro i bianconeri di Antonio Conte – loro sì – rinforzati da innesti di qualità (Ogbonna, Llorente, Tevez) il presidente nerazzurro è pronto a giocarsi (quasi) alla pari lo scontro diretto: "La Juve sabato scorso (contro la Lazio, ndr) ha fatto una partita pazzesca e ha dato una prova di forza notevole. Penso che un divario tra le due squadre ci sia certamente e che la Juventus lo abbia costruito in questi anni sfruttando i successi in campionato. Allo stesso tempo però credo che il gap si possa colmare, anche in termini diversi, come stiamo facendo in questo momento noi con la nostra squadra"

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