Moratti, accordo a Parigi con Thohir per la cessione dell’Inter

Massimo Moratti ha raggiunto l'accordo con Erick Thohir per la cessione del 70 per cento dell'Inter. Il silenzio degli ultimi giorni, con il presidente nerazzurro a Parigi (summit decisivo nella sede della banca d'affari Lazard, assieme ai consulenti legali e finanziari di parte) per definire i termini di un'operazione iniziata da mesi, ha fatto da prologo all'intesa con il magnate indonesiano: firme previste entro la prossima settimana. Moratti torna in Italia, per il club ambrosiano si tratta di una svolta epocale. L'Inter sta per cambiare pelle.
Le parole di Moratti. "Resterò presidente? Non credo. La mia famiglia resterà per forza, ma ci sono giocatori che costano 100 milioni e bisogna strutturarsi perché l'Inter deve restare a un certo livello". Sui tempi aggiunge: "Ci dovremo incontrare ancora, sentire ancora. Sì, immagino ci vorrà un mesetto se nel mese tutto fila liscio. Si può dire sempre di no? Esatto… Da tutte e due le parti. Non ci sono impegni vincolanti. Tra un mesetto si chiude? Se tutto va, potrebbe arrivare. Vediamo". Ma sono stati ulteriori passi in avanti? "Sì, ma i passi avanti più che altro avvengono dal punto di vista umano. Diciamo che ci siamo conosciuti un po' di più, ho apprezzato molto il carattere delle persone che ho incontrato. Per me è molto importante quella parte".
Le tappe della trattativa
Prima parte: l'offerta dall'Indonesia – Moratti si era irrigidito alla prima offerta dove la percentuale era più o meno quella attuale ma il capitale d'ingresso era molto basso, visto che si parlava di un 80% per circa 260-270 milioni di euro. E ha fatto bene, il presidente nerazzurro che nella proposta iniziale non era nemmeno contemplato il suo eventuale ruolo all'interno di quella società che prima con papà Angelo, poi con lui alla guida, ha scritto pagine memorabili del calcio italiano e internazionale, diventando un "affare di famiglia". Così, nella prima serie della telenovela, si è visto il presidente nerazzurro puntare i piedi ed indispettirsi per questo uomo d'affari indonesiano che si pavoneggiava sfruttando il nome "Inter" tra interviste e social network, beandosi di una improvvisa notorietà per meriti altrui.
Seconda parte: le condizioni da far accettare – Troppo clamore attorno ad una vicenda delicata. Dopo il fallimento della trattativa con i cinesi che avevano sedotto e abbandonato Moratti nel giro di una estate, un secondo rifiuto sarebbe stato eccessivo. E per l'amor proprio e – soprattutto – per il brand nerazzurro che avrebbe subito una picchiata d'immagine verso il basso difficilmente recuperabile, visti anche i tanti problemi economici insiti nell'azienda. Così, inizia la seconda fase, pretesa da Moratti: fari spenti, nessuna dichiarazione, lavoro in mano a consulenti e avvocati. Tanto che il presidente, ufficialmente dice anche che la trattativa non si farà, che Thohir è più lontano di quanto non si creda. Che sui giornali "si leggono troppe cose che non corrispondono alla verità". Depistaggi. Logici e doverosi. Intanto i consulenti nerazzurri vanno a trovare Thohir nel proprio quartier generale indonesiano, toccano con mano la grandezza del suo impero ma soprattutto verificano le reali intenzioni del magnate. E ritornano con dei report più che positivi.
Terza fase: il prezzo giusto e gli obiettivi definiti – Difficile trovare lati negativi all'entrata societaria di Thohir all'Inter. L'importante, però, è che la trattativa venga gestita dall'entourage nerazzurro senza interferenze esterne. E qui inizia l'ultima parte, l'attuale, della trattativa. Moratti detta le condizioni: lui resterà l'uomo forte in società con la carica presidenziale che non si discute. Così come i suoi uomini più fidati non verranno toccati. Nessuna questione tecnica da discutere, la scelta è stata fatta su Mazzarri e le idee al riguardo sono già state chiarite. I punti fermi su cui l'intervento, soprattutto economico, di Thohir dovrà lavorare sono il mercato (per omaggiare i tifosi), le casse societaire (per rientrare nel Fayr Play Finanziario visto che la società è già in sanzione), lo stadio nuovo (partendo però dalla riqualifica di San Siro). E 300 milioni per il 70% è considerato un ottimo biglietto da visita. Con cui passare alla cassa.