Morata: “Spero di rimanere alla Juve, magari con Dani Alves”

Da settimane si parla del futuro di Alvaro Morata. Il ventitreenne attaccante spagnolo ha prolungato il suo contratto con la Juventus in Primavera, ma il Real Madrid sborsando trenta milioni può far valere il suo diritto di ‘recompra’. I campioni d’Europa potrebbero riprendere il calciatore e poi rivenderlo – Morata piace a PSG, Arsenal e Borussia. La Juventus ufficialmente dice di non voler far partire Alvaro il ‘bello di notte’, ma trenta milioni comunque farebbero comodo a Marotta che si dice pronto a piazzare un paio di colpi di prim’ordine. Dal ritiro della nazionale spagnola Morata, autore di una doppietta nell’amichevole con la Corea del Sud, si esprime e dice di voler rimanere in Italia:

Non ho idea di quando il mio futuro sarà chiaro, ma in fondo io non ho fretta perché ho un contratto con uno dei migliori club del mondo. Perché alla Juventus mi sento a casa mia e perché la gente mi ama. Spero che l’ultima partita non sia stata l’ultima gara in Italia, spero di giocarne altre.

Se rimarrà in bianconero lo spagnolo potrebbe avere come compagno di squadra Dani Alves, pronto a firmare per la Juventus. Morata sarebbe felice di avere con sé il brasiliano, uno che con i suoi deliziosi assist potrebbe permettere alle punte di Allegri di realizzare valanghe di gol:

Mi piacerebbe averlo come compagno di squadra, ci siamo incontrati tante volte in vacanza e mi ha sempre trattato bene, è uno dei migliori al mondo nel suo ruolo e averlo nella stessa squadra sarebbe incredibile.

Nella prestazione dello shop.alvaromorata.com lo juventino ha parlato anche di Zidane, che ha sempre espresso parole positive nei suoi confronti, ma che con Morata non ha mai parlato negli ultimi cinque mesi:

Non voglio giocare in una squadra che non mi piace. Ho un contratto con la Juventus e posso dare la mia opinione, ma dipende dai due club. Zidane? Non abbiamo parlato da quando è allenatore del Real. Lo abbiamo fatto solo in passato ed è stato molto affettuoso con me, ma discutevamo della vita più che del calcio.