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Morata, il retroscena: “Da piccolo utilizzavo il trampolino per allenarmi con i colpi di testa”

L’attaccante del Chelsea ha elogiato Drogba: “Per me è un modello” e ha svelato un retroscena di gioventù: “Mio padre mi lanciava il palla il più in alto possibile, io saltavo sul trampolino e poi colpivo di testa. Ciò mi ha aiutato moltissimo”.
A cura di Alessio Morra
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L’attaccante del Chelsea Alvaro Morata sta vivendo un bel momento personale. In Premier League si è confermato un grande goleador, è entrato nel cuore dei tifosi dei ‘Blues’ e tra qualche mese diventerà già papà. In campionato solo un paio di bomber (Kane e Salah) hanno fatto più gol dello spagnolo (10 reti), che di testa è implacabile. In un’intervista rilasciata al magazine del suo club l’ex juventino ha parlato del suo grande idolo e ha svelato un segreto d’infanzia.

Morata e il mito Drogba

Il Chelsea pur avendo avuto tecnici che hanno applicato stile gioco molto diversi ha sempre avuto, come d’obbligo per il grande calcio inglese, bomber che di testa facevano paura alle difese avversarie e naturalmente facevano tanti gol. Chi è giusto un po’ più avanti con gli anni o chi è più appassionato e profondo conoscitore ricorda Kerry Dixon, bomber leggendario anni ’80 e ’90 che recentemente è tornato alle cronache perché oggi fa l’idraulico. Mentre tra i contemporanei si ricordano grandi colpitori di testa come l’olandese Jimmy Floyd Hasselbaink e il mito Didier Drogba, modello da imitare anche per Morata: “Ho sempre guardo e studiato le giocate di Drogba, studio per diventare come lui”.

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Il trampolino di Alvaro

E per provare a diventare come Drogba deve lavorare ancora un po’ Morata, che però è già sulla buonissima strada, guardando sia i suoi gol che le sue qualità, oltre che alla sua bacheca. L’attaccante spagnolo ha raccontato un particolare inedito e ha detto che sin da bambino ha iniziato a lavorare sui colpi di testa:

Grazie a un trampolino saltavo molto in alto e mi esercitavo sui colpi di testa che sono uno dei miei punti di forza attuali. Mio padre mi passava la palla e mi diceva di saltare il più in alto possibile: oltre a essere divertente, mi ha aiutato molto.

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