Montella: “Il mio esonero arrivato via mail. Sapevo da mesi che arrivava Sousa”
Le verità di Vincenzo Montella affiorano alla vigilia del suo ritorno al Franchi. Da avversario. Perché l'aeroplanino volerà con la sua Sampdoria a sfidare la Fiorentina in un match che per il tecnico vale molto più di semplici tre punti in palio. In gioco ci sono i ricordi, il piacere di un'avventura viola e l'amarezza per come sia finito il rapporto con la dirigenza e una parte della tifoseria. Il momento giusto per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, rifare il punto della situazione e raccontare la propria versione dei fatti su un addio tormentato su cui è stato scritto e detto di tutto. Anche falsità.
Montella non ci sta a tornare a Firenze da nemico. Lui alla Fiorentina ha dato molto, tutto ciò che poteva offrire da allenatore e quando sono mancati i presupposti per poter continuare il rapporto con la dirigenza gigliata, ha tolto il disturbo. Così come era stato concordato con i Della Valle, al di là di contratti e accordi firmati perché "con i dirigenti avevamo un gentlemen agreement che per me vale più di tante firme", ricorda Montella.
Le cronache di quel tempo raccontano invece di tensioni, incomprensioni e scaramucce tra l'allenatore e la società. Un Montella che sembrava avesse gettato la spugna improvvisamente, quasi per capriccio e che non voleva più rimanere ai patti. Costringendo la dirigenza a dover prendere decisioni drastiche ed immediate. Verità parziali visto che proprio Montella racconta una sua personale versione dei fatti che inizia con l'aver saputo da sempre del cambio d'allenatore: "Sousa? Che sarebbe arrivato lui io lo sapevo da mesi. Il mio esonero? L’ho saputo via mail, con una lettera firmata dal dg Rogg, che poi mi ha chiamato subito dopo. I motivi? Non li so, o forse sì. Alla società avevo palesato la volontà di non continuare a quelle condizioni, loro invece, forse per togliere competitor agli avversari, hanno fatto accasare tutti gli allenatori e poi mi hanno mandato via".