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Juve nella storia, sesto scudetto consecutivo

Monolite Juventus: il sesto titolo e il sogno del Triplete

La Juventus dei record conquista il sesto titolo di fila. E’ il trionfo di Buffon e della BBC, di Alves e Khedira, Higuain e Mandzukic. Ricavi record con la finale di Champions.
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"Restiamo vigili ragionando giornalmente, pensiamo partita dopo partita". A sentire Barzagli, il segreto della Juventus del sesto scudetto è semplice. "È l'anno della consacrazione: noi ogni anno partiamo per vincere tutto, merito di una grande Società che costruisce un gruppo di giocatori solidi, nel quale tutti, anche gli ultimi arrivati, acquisiscono subito mentalità vincente. Quindi questa è la stagione in cui potrebbe arrivare il giusto coronamento ad anni di lavoro".

crotone dybala
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Il dominio in campionato nelle cifre

Ai bianconeri bastano circa 15,2 tiri di media e solo 5,7 in porta (solo quinta in A) per dominare il campionato. Seconda per contrasti tentati e palloni intercettati, la Juventus concede appena 9,2 tiri a partita agli avversari, meno di ogni altra in A. Allegri coinvolge tutti nella costruzione del gioco: Bonucci, Chiellini e Alves rientrano tutti fra i primi 10 giocatori che toccano più palloni in Serie A, una classifica peraltro monopolizzata da quattro esponenti del Napoli. E la differenza fra la quantità e la qualità testimonia la struttura gestaltica di un gruppo la cui forza non è sintetizzabile nel valore giustapposto delle singole componenti.

L'eredità della Juve di Pirlo, Tevez e Pogba

È la vittoria di un gruppo che ha continuato a credere di poter migliorare, che non ha smesso di inseguire la perfezione. È cambiato affinché tutto rimanesse com'era, affinché l'abitudine alla vittoria non diventasse viatico per più numerose sconfitte. Dimenticata la Juve di Pirlo, Tevez e Pogba, questa è la squadra della BBC, di Khedira e di Mandzukic, di Dybala e di Alex Sandro, di Higuain e Dani Alves.

La variabile brasiliana: Dani Alves

L'ex Barcellona, vero regista aggiunto e decentrato della squadra, ha permesso ai bianconeri di guadagnare convinzione e peso internazionale. Monaco e Barcellona cadono sotto i gol del Pipita e le magie della Joya, ma soprattutto sotto i colpi di una Juve diversa e più consapevole anche di quella che due anni fa centrò la finale di Champions. Merito delle giocate dell'ex blaugrana, il miglior crossatore della serie A, con il 36% di tentativi andati a buon fine, la percentuale più alta tra i giocatori che ne hanno effettuati più di 50 in campionato.

L'evoluzione del Pipita

I 24 gol di Higuain, uno ogni 112 minuti, raccontano solo un pezzo dell'evoluzione offensiva dell'Allegri-pensiero. Il tecnico, e il capolavoro tattico contro il Monaco ne ha dato la più scintillante dimostrazione, ha forgiato una visione multiforme, che sposta gli elementi senza cambiare lo scenario e la chiarezza del quadro complessivo. Ha dato coerenza alla campagna acquisti e solidità all'impianto della miglior difesa della Champions quando è passato al 4-2-3-1, con Dybala trequartista e il vero jolly a lavorare per il gruppo, a lottare per farsi notare e non più per andare in gol.

Mandzukic equilibratore

È Mandzukic l'uomo che ha messo a posto tutti gli ingranaggi del meccanismo complesso alla base del monolite bianconero. Pronto a mettersi a disposizione, duttile, elastico, è il più severo con se stesso. Leader con la forza dell'esempio, copre praticamente tutti i ruoli e così incarna quel semplice sogno di bambino. Voleva essere il migliore, il piccolo Mario, figlio di un bravo stopper compagno di squadra di Fredi Bobic al Ditzingen, il club dilettante della cittadina vicino Stoccarda dove ha portato la famiglia allo scoppio della guerra dei Balcani. Non si assolve per le sconfitte o per le delusioni, ma porta il vecchio ruolo della torre in una dimensione moderna, dinamica. È lo Straßenkämpfer, il combattente di strada, come l'ha ritratto Salihamidzic, che serviva per completare la tonalità emotiva del gruppo bianconero.

Ciò che non mi uccide, mi rende più forte

A parte Buffon, solo Higuain e Khedira hanno giocato più dell'ex centravanti dell'Atletico Madrid che porta tatuato sulla schiena il motto di Nietzche che definisce la sua storia e il presente della Juve: “Ciò che non mi uccide, mi rende più forte”. E conduce dritto al sesto scudetto consecutivo, un record in Italia ma non in Europa.

Un filotto per la storia

Nei principali campionati del Vecchio Continente, resta memorabile la striscia di nove titoli d'Ucraina della Dinamo Kiev tra il 1993 e il 2001. Scendendo di livello, in Scozia hanno ragginto i nove titoli sia il Celtic (dal 1965 al 1974) sia i Rangers (1988-1997). Sette invece gli anni di dominio incontrastato dell'Olympiakos, campione di Grecia dal 1996 al 2003, del Lione trionfatore in Francia dal 2002 al 2008; e del Basilea, campione di Svizzera dal 2010 al 2016. Il resto del mondo regala strisce, e storie, numericamente più lunghe, ma di certo non paragonabili per valore del campionato al regno bianconero capace di far dimenticare anche il quinquennio d'oro della prima Juventus degli Agnelli con Carcano in panchina.

Il record di 5 scudetti consecutivi

Il filotto apparteneva alla stessa Juventus (negli Anni '30, dal 1930-31 al 1934-35 con campionati a 18 squadre eccetto quello 34-35, a 16 squadre), al Grande Torino (dal 1942-43 al 1948-49, striscia interrotta dalla tragedia aerea di Superga del 4 maggio 1949) e all'Inter, dal titolo a tavolino dopo Calciopoli nel 2005-06 a quello del Triplete di Mourinho nel 2009-2010.

I blancos fermi a quota 5

In Spagna il Real Madrid ha calato per ben 2 due volte ma in epoche diverse la manita di successi: dal 1960-61 al 1964-65 e dal 1986-87 al 1989-90. Il Barcellona ha un record di 4, dal 1990-91 al 1993-94. In Bundesliga c'è il record del Bayern Monaco che vince ininterrottamente dal 2012/2013 (5 titoli).

Nessun dominio In Inghilterra. Il primato nella moderna Premier League (che si conta a partire dalla stagione 1992/1993) appartiene al Manchester United: 3 titoli di fila dal 1998/1999 al 2000/2001, poi ripetuto tra 2006/2007 e 2008/2009.

I casi di Rosenborg e Skonto Riga

Dagli almanacchi emergono le storie del Lotoha'apai, 11 titoli di fila a Tonga (dal 1998 al 2008), come le affermazioni consecutive della Dinamo Zagabria e del BATE Borisov, spiccano le vittorie di fila nel campionato norvegese del Rosenborg, dei 14 dello Skonto Riga in Lettonia (dal 1991 al 2004) o del Tafea aVanuatu.

Il record dei fatturati

C'è anche un altra vittoria che la Juventus ammira in prospettiva, il record dei fatturati. La finale di Champions, che già adesso vale almeno 97 milioni nelle casse della società di soli premi Uefa, senza contare gli incassi da botteghino, diventa la leva che può sollevare il mondo bianconero e permettere al club di avvicinare le potenze d'Europa. In caso di successo a Cardiff, la Juve incasserebbe circa 113 milioni. Considerati gli utili di 72 milioni nel primo semestre del 2016-17, foraggiati dai 115,6 milioni di plusvalenze, la Juventus si mette sulla scia dell'esercizio scorso. Inoltre, la gestione finanziaria del club sposta indietro, nella gerarchie delle fonti di ricavo, con i 72,5 milioni messi a bilancio per la vendita di Pogba, i diritti televisivi che pure valgono 107,2 milioni (+10,8 milioni rispetto ad un anno fa, nello stesso periodo). Le prospettive, dunque, non portano solo verso il triplete.

Segno positivo, bilancio al rialzo

La Juve si avvia a migliorare l'ultimo fatturato record e superare i 351,2 milioni raggiunti l'anno scorso anche conteggiando per la prima volta i proventi da merchandising e licensing (13,5 milioni) che vengono gestiti direttamente.Dettagli che fanno la differenza quando si cercano limiti raggiunti mai. Quando si percorrono tutte le strade che portano alle grandi destinazioni.

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