Mondiali, Ibrahimovic lascia una porta aperta: “Se mi sentirò bene e se vorrò ci sarò”
Dall'Inghilterra alla Russia, passando dagli Stati Uniti. Potrebbe essere questo il viaggio di Zlatan Ibrahimovic che, da grande showman del pallone, ha regalato un'altra delle sue dichiarazioni clamorose. Dopo aver archiviato nel peggiore dei modi l'esperienza inglese e aver sposato il progetto dei Los Angeles Galaxy, il 36enne svedese è tornato a parlare della possibilità di aiutare la sua Svezia ai prossimi Mondiali di calcio.
"Mi chiamano ogni giorno, mi chiedono come sto e cosa voglio – ha rivelato Ibra, ai microfoni del canale della Mls nella sua prima intervista ufficiale – ma bisogna fare un passo alla volta. Se mi sentirò bene, in grado di dare quello che so di poter dare, la porta sarà sempre aperta. Se vorrò ci sarò, altrimenti no. Ho voglia di giocare a calcio, vediamo cosa succederà".
La Svezia pronta a riabbracciare Ibra
La sua eventuale partecipazione al Mondiale russo, è un argomento che ovviamente sta tenendo banco da diverse settimane. Subito dopo l'impresa della Svezia contro l'Italia, sono stati in molti a tirare per la maglia il gigante di Malmo. "Credo che uno Zlatan motivato ed in forma potrebbe dare una spinta in più a tutti i livelli", aveva dichiarato di recente il segretario generale della Swedish Soccer Federation, Hakan Sjostrand, al quotidiano Aftonbladet.
Nonostante l'infortunio al ginocchio e la successiva ricaduta, che ha compromesso la sua carriera nella Premier League, Zlatan Ibrahimovic potrebbe dunque fare un passo indietro e tornare in nazionale. L'addio del capitano e del giocatore più rappresentativo a margine dell'Europeo del 2016, arrivato dopo che la selezione svedese non superò la fase a gironi, fu un trauma per tutti gli svedesi: amareggiati per aver perso quello che resta, con 62 gol in 116 partite, il miglior realizzatore nella storia della Svezia.