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Mondiali femminili 2019, Megan Rapinoe: “Impossibile vincere senza gay in squadra”

Megan Rapinoe è una delle calciatrici copertina dei Mondiali femminili 2019. Tanto forte e fondamentale per la nazionale degli Usa, quanto decisa nel portare avanti la sua battaglia per la difesa dei “diritti civili”. La stella americana che anche contro la Francia si è rifiutata di cantare l’inno ha dichiarato: “
A cura di Marco Beltrami
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Megan Rapinoe è una delle calciatrici copertina dei Mondiali femminili 2019. Tanto forte e fondamentale per la nazionale degli Usa, quanto decisa nel portare avanti la sua battaglia per la difesa dei "diritti civili". Anche in occasione del match contro la Francia nei quarti di finale, l'atleta dai capelli ossigenati ha trascinato alla vittoria la sua squadra, mantenendo fede alla sua presa di posizione contro ogni discriminazione rifiutandosi di cantare l'inno. Prosegue la polemica a distanza con la Casa Bianca e con il presidente Trump, con le sue dichiarazioni a sostegno della comunità LGBT che hanno fatto il giro del mondo.

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Mondiali femminili 2019, perché Megan Rapinoe non canta l'inno

In Francia-Usa Megan Rapinoe ha preso per mano la rappresentativa a stelle strisce, trascinandola alla vittoria e alla conquista della semifinale dei Mondiali 2019. 5 i gol complessivi nella rassegna iridata per l'attaccante che ancora una volta si è rifiutata di cantare l'inno nazionale in segno di protesta contro ogni forma di discriminazione e contro la politica di Trump in tema di migranti. Già in occasione dei match precedenti la Rapinoe aveva palesato la sua divergenza di vedute con il presidente degli States, dimostrandosi pronta a non andare alla Casa Bianca in caso di vittoria dei Mondiali.

Megan Rapione si rifiuta di cantare l'inno
Megan Rapione si rifiuta di cantare l'inno

Non si può vincere un Mondiale senza gay in squadra, le parole di Megan Rapione dopo Francia-Usa

Quella che viene definita come la "calciatrice dei diritti civili", dichiaratamente omosessuale e felicemente fidanzata con la stella del basket Sue Bird, anche dopo la vittoria contro la Francia, ha esternato il suo punto di vista a sostegno dei diritti LGBT (ovvero della comunità  Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender): "Non si può vincere una competizione come questa senza gay in squadra, non è mai successo prima. È scienza. Sono motivata dalle persone a cui piaccio e che combattono le mie stesse battaglie. Mi danno molta più energia che provare a dimostrare agli altri che si sbagliano. Per me essere gay durante i Mondiali e il mese del Pride è fantastico".

Megan Rapinoe dai Mondiali femminili 2019 al caso politico in Usa

La stella dei Seattle Reign, che vanta anche un'esperienza in Europa con la casacca del Lione, capitana della nazionale di calcio femminile americana è finita al centro di un vero e proprio caso politico negli States. Megan Rapinoe infatti all'indomani del successo sulla Francia ha annunciato che andrà alla Camera controllata dai democratici. Dopo il botta e risposta con il presidente Donald Trump su un invito alla Casa Bianca, la calciatrice ha accettato la proposta di Alexandria Ocasio-Cortez la deputata star democratica. "Non è la Casa Bianca, ma saremmo lieti di accogliere Rapinoe e tutta la squadra per un tour alla Camera in ogni momento".

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