3 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Mondiali di calcio femminile 2015, Hope Solo a caccia del titolo iridato (foto)

Il portiere degli Stati Uniti, imbattuto nella fase a gironi, sogna il titolo iridato che andrebbe ad aggiungersi ai due ori olimpici. Ed in patria un senatore ne chiede l’esclusione dalla rosa perché ritenuta “violenta”
A cura di Giuseppe Cozzolino
3 CONDIVISIONI
Immagine

Hope Solo si prepara per la sfida alla Colombia negli ottavi di finale della FIFA Women's World Cup 2015 che si sta svolgendo in Canada, e gli occhi sono tutti per lei. Non solo perché il portiere degli Stati Uniti è, da sempre, considerata anche un'icona sexy dello sport, ma anche perché a 33 anni compiuti potrebbe essere l'ultima "chiamata" a vincere un titolo iridato che manca nello sterminato palmarés di Hope Solo, già vincitrice di due ori olimpici (2008 e 2012). E dire che in patria un senatore del Connecticut, Richard Blumenthal (Partito Democratico), l'aveva attaccata duramente, tanto da chiedere alla Federazione calcistica a stelle e strisce di escluderla dalla rosa perché ritenuta "violenta", e dunque non degna di partecipare e rappresentare gli Stati Uniti in una competizione internazionale.

Lei però va avanti: contro la Colombia conquisterà la sua presenza numero 174 ed otterrà il record di presenze con la Nazionale statunitense, attualmente condiviso con Brianna Scurry, altro portiere con cui spesso si è alternata tra i pali. Non una santa, Hope Solo: lo scorso anno la polizia fece irruzione nella sua casa di Seattle, arrestandola per presunte violenze sulla sorella e sul nipote, trovandola anche ubriaca. Due giorni dopo fu rilasciata, ma il mondo del calcio statunitense rimase sconvolto. Da lì, le accuse di Blumenthal, che ne ha chiesto (inutilmente) la testa.

Ma la sua storia era iniziata del resto già in modo particolare: il padre Jeffrey, italo-americano del Bronx e reduce dal Vietnam, era stato arrestato per diversi reati e concepì la figlia Hope in carcere, durante una "visita" della moglie. La figlia inizia fin da subito a giocare a calcio, e scala le classifiche: inizia nel suo liceo di Richland mettendo a segno 109 reti in tre anni, poi passa al Washington Huskies e lì è la svolta. Per la prima volta cambia ruolo: da attaccante, si trasforma in portiere. Ed inizia la leggenda: da Washington passa ai Philadelphia Charge nel 2004, quindi lo sbarco in Europa. Göteborg prima e Lione poi: Svezia e Francia sono due tra i campionati maggiori del mondo a livello femminile, contrariamente all'Italia che ne è la desolata periferia, poi torna in patria. Saint Louis, Atlanta, Florida ed infine Seattle, prima con le Sounders e poi con il Reign.

Nel frattempo, colleziona presenze su presenze con la Nazionale: nel 2007 la "storica" sfuriata con Greg Ryan, commissario tecnico che nella semifinale del Mondiale contro il Brasile fa giocare la Scurry nonostante i tre rigori parati da Solo nei quarti. Finirà 4-0 per le brasiliane, la Solo finirà fuori rosa in vista della finale per il 3° posto. Tre anni dopo litigati con alcuni tifosi dei Boston Breakers, accusandoli di razzismo: finirà con una multa di 2.500 dollari ed un turno di squalifica. Nel frattempo vince di tutto, tra cui due medaglie d'oro ai giochi olimpici del 2008 e del 2012, senza contare che era presente (ma non giocò) anche in quelli del 2004, dove arrivò un altro oro. Adesso è caccia al titolo iridato: contro la Colombia, oltre al record, difenderà anche l'inviolabilità della sua porta, finora illibata nelle gare del Mondiale. Un altro piccolo record per Hope Solo, il "violento" quanto quasi imbattibile portiere della Nazionale degli Stati Uniti.

3 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views