video suggerito
video suggerito

Mondiali: Brasile e Argentina al bivio dei quarti, dopo tanta sofferenza e molta fortuna

Le due grandi favorite di questo Mondiale hanno fin qui offerto poco spettacolo e ringraziato la buona sorte. Un campanello d’allarme in vista dei quarti di finale contro Colombia e Belgio.
A cura di Alberto Pucci
32 CONDIVISIONI
Immagine

Scolari e Sabella, Neymar e Messi: così diversi, così uguali. C'è un "fil rouge" che tiene strette le due grandi favorite di questa Coppa del Mondo, due squadre che fino ad ora si sono accese a sprazzi e che, anzi, hanno dovuto faticare fino all'ultimo istante. E' la storia di Brasile e Argentina, a braccetto in un Mondiale equilibrato e ricco di insidie inaspettate. Una competizione dove ogni singolo episodio ha avuto (ed avrà) un suo peso ben specifico. Questione di centimetri, questione di fortuna. Brasiliani e argentini sono ancora in gioco ma avrebbero potuto guardare la finale del Maracanà, seduti comodi sul divano. I pali colti da Pinilla e da Dzemaili, arrivati entrambi all'ultimo respiro di due supplementari strazianti, tengono vive le speranze della Selecao e dell'Albiceleste e sono la fotografia nitida del momento poco esaltante delle due corazzate sudamericane. Il Brasile ha rischiato di uscire sul tiro del cagliaritano che si è stampato (anzi, tatuato) sul legno sopra Julio Cesar, l'Argentina ha sudato freddo sul colpo di testa del giocatore del Napoli che avrebbe mandato tutti alla lotteria dei rigori.

Selecao sbiadita – I due commissari tecnici hanno più di un problema da risolvere. Il gioco latita e, spesso, s'incarta in mezzo al campo dove, gli avversari, hanno capito che compattarsi, ripartire e pregare sono le uniche armi per fermare i campioni delle due squadre sudamericane. Scolari ha sofferto sin dall'inizio con la Croazia, toccando i punti più alti di tachicardia contro il Cile. La manovra verdeoro è lenta e, in fase offensiva, i vari Hulk, Fred, Oscar e Jo sono immobili come il "Cristo del Corcovado". Se non ci fossero Thiago Silva, David Luiz e Julio Cesar a reggere la baracca, sarebbero dolori. Se non gira Neymar, in pratica, è buio pesto. Il talento del Barcellona, fin qui, è stato uno dei migliori ma, contro la temibile e veloce Colombia, il gioco comincia a farsi duro e Scolari avrà bisogno di tutto il suo arsenale per fermare la formazione di Josè Pekerman, la vera rivelazione di questo Mondiale, insieme al Cile. A rendere ancora più incandescente il momento dei "pentacampioni", l'atmosfera elettrica fuori dal campo con Scolari in versione "piangina" che ha attaccato tutti (Fifa compresa) e convocato una psicologa per cercare di capire cosa passa nella testa dei giocatori, apparsi troppo fragili psicologimanete al termine delle battaglie mondiali.

Messi accerchiato – E' proprio il caso di dirlo: se il Brasile piange, l'Argentina non ride. Il commissario tecnico dell'albiceleste ha ancora in testa gli ultimi minuti del secondo tempo supplementare contro la Svizzera: attimi che potevano cambiare la storia argentina e imbarcare anzi tempo Messi e compagni sull'aereo per Buenos Aires. Invece, l'Argentina è ancora viva. E' in piedi nonostante le stesse difficoltà brasiliane (nel girone tre vittorie soffertissime, specialmente quella contro l'Iran) e le medesime pecche mostrate nel gioco e nella condizione fisica. Dopo la vittoria contro la tosta formazione svizzera, Sabella dovrebbe fare un monumento a giocatori come Zabaleta, Rojo, Mascherano e l'incredibile Angel Di Maria. Leo Messi, che ha portato fuori dalle sabbie mobili del girone i compagni, contro la Svizzera è andato ad intermittenza e spesso è stato addirittura triplicato (e disarmato) dai giocatori di Hitzfeld. Vista l'inconsistenza di Higuain, Lavezzi e Palacio (Aguero, però, potrebbe tornare), urge un piano "B" a Sabella che, contro il Belgio, non potrà permettersi di affidarsi solo alle giocate di Messi e Di Maria.

32 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views