Mondiali, Brasile-Croazia 3-1: doppietta di Neymar, gol di Oscar
Era l'uomo più atteso, quello presente su ogni copertina di questo Mondiale brasiliano. Tutti aspettavano al varco Neymar e l'asso del Barcellona non ha tradito le speranze, mandando in visibilio un'intera nazione e caricandosi sulle spalle una squadra che, per lunghi tratti di gara, è sembrata stranamente frenetica, nervosa e poco lucida nella manovra. Davanti ad una Croazia inevitabilmente chiusa, aggressiva e tosta (e capace di ripartenze velenose), la squadra di Scolari ha faticato più del previsto, andando subito a sbattere il muso sul muro croato. Sotto di un gol dopo undici minuti di gioco, "grazie" alla sfortunata deviazione di Marcelo, i verdeoro hanno rimesso in piedi una partita che si era fatta scorbutica con il gol di Neymar che, dopo aver preso il primo cartellino giallo di questo Mondiale, fulminava il portiere avversario con un tiro beffardo che "baciava" il palo ed entrava in rete. Davanti agli occhi di Ricardo Kakà, unico ad aver fatto piangere la Croazia nel 2006 e presente in tribuna per tifare i suoi connazionali, il Brasile ha continuato a spingere anche nel secondo tempo, trovando il gol del 2 a 1 solo grazie al gentile omaggio dell'arbitro giapponese Nishimura (perfetto fino al "bluff" di Fred) e alla conclusione fortunata, dagli undici metri, di Neymar che per poco non si faceva parare il penalty.
Brasile poco spettacolare – I novanta minuti di San Paolo hanno riportato sulla terra il Brasile e rinfrancato la concorrenza. La tenacia della Croazia e la serata negativa di molte stelle verdeoro, hanno dimostrato che tener testa a questa squadra è possibile. Nell'undici di Scolari, a parte i lampi di Neymar, sono state poche le note liete per il ct verdeoro. Giocatori come Dani Alves, Paulinho, Luiz Gustavo e Hulk sono sembrati fuori giri in questi primi novanta minuti mondiali. Di fronte a dieci giocatori "normali" (più un fenomeno), la Croazia ha fatto una signora partita, uscendo a testa alta e mostrando carattere a sufficienza per andare avanti nella competizione. Nella squadra di Kovac, buona la partita del genoano Vrsaljko e di Olic che, sull'out di sinistra, hanno spesso creato problemi a Dani Alves. Rakitic, Modric e Kovacic hanno fatto legna e provato ad accendere gli attaccanti croati, risultati però troppo soli senza l'apporto della stella Mandzukic, assente per squalifica. Quando rientrerà l'ormai ex Bayern Monaco (sogno proibito del nuovo Milan di Inzaghi), la Croazia potrà davvero metter paura a Messico e Camerun per la seconda piazza nel girone.
Il rigore concesso da Nishimura e contestato dalla Croazia
Fred casca in area di rigore, l'arbitro Nishimura concede il rigore che Neymar trasforma e incanala la partita su un binario favorevole. Con il direttore di gara giapponese c'è un precedente a Sudafrica 2010: cacciò Felipe Melo, la Seleçao venne battuta dall'Olanda nei quarti di finale e fu eliminata.
Passaggio del turno a portata di mano – Nella prossima sfida di Fortaleza, contro il Messico, Neymar e compagni avranno quindi la chance per chiudere il discorso qualificazione. Se i primi novanta minuti hanno sorriso al Brasile, vittorioso più che altro per i colpi dei due singoli (Neymar e Oscar), i prossimi rischiano di diventare l'ennesima trappola inaspettata per i verdeoro. Servirà una gara meno frenetica e più attenta in mezzo al campo e in difesa, per avere la meglio di un Messico che, nelle ultime edizioni della Coppa del Mondo, ha dimostrato di avere qualità e personalità per giocarsela contro tutto e tutti. In questi giorni Scolari dovrà anche valutare la condizione fisica dei suoi giocatori che, nel finale, hanno subito troppo l'avversario prima di trovare il terzo gol di Oscar. La rosa a disposizione del ct brasiliano è talmente ampia e di qualità che non sarà certo un problema trovare gli uomini giusti per affrontare i messicani. Chi è davvero insostituibile, per questa squadra, è proprio Neymar: se "gira" lui, il Brasile può davvero puntare alla finale del Maracanà.