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Mondiali 2014, le stelle dell’Italia chiedono aiuto al prete

Pirlo, Buffon e Cerci hanno chiesto consigli a Don Massimiliano Gabricci, cappellano dell’Italia, per evitare che i problemi della vita privata influiscano anche sulle prestazioni.
A cura di Marco Beltrami
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E’ partito il conto alla rovescia per l’esordio dell’Italia nel Mondiale 2014. Gli azzurri affronteranno l’Inghilterra il 14 giugno alle ore 18 (mezzanotte italiana) in quel di Manaus e stanno cercando di limare gli ultimi dettagli in vista della delicata sfida sia in campo che fuori. Molti campionissimi del nostro calcio infatti hanno avuto bisogno di un supporto psicologico alla luce dello stress causato da fattori calcistici ed extra. E’ questo il caso di Andrea Pirlo che dopo la rottura del suo matrimonio con Deborah Roversi, ha deciso di chiedere aiuto a Don Massimiliano Gabricci, cappellano dell’Italia. Il campione della Juventus, vero e proprio spauracchio dei giocatori inglesi teme che la sua vita privata possa influire sulle sue prestazioni. Il padre spirituale della Nazionale azzurra e amico intimo del Ct Prandelli dopo aver officiato una speciale messa per la squadra durante la sua permanenza a Firenze, ora sta aiutando i calciatori via sms garantendo supporto e assistenza.

Buffon, Cerci e Pirlo si affidano a Don Massimiliano Gabricci

Tra le priorità di Don Massimiliano anche alleviare i dispiaceri di Gigi Buffon e Alessio Cerci. Il primo per la fine del suo matrimonio con Alena Seredova, il secondo per lo shock per il rigore fallito contro la Fiorentina per sua fortuna poi rivelatosi inutile per il Torino che, grazie all’esclusione del Parma, parteciperà alla prossima Europa League. Proprio su Cerci e sugli azzurri, il cappellano azzurro ha dichiarato a Rai Sport: “Consolai Cerci subito. Lui è un ragazzo emotivo e sensibile, non dovrebbe vergognarsi del suo errore. Questa è la vita, questo è il calcio. E’ un peccato, ma farà grandi cose in Coppa del Mondo. Sono convinto che tutta l'Italia farà un grande Mondiale. Io sono come parte della squadra. Andavo sempre al campo di allenamento di Firenze. Ho cercato di dare loro consigli. Di trattare l'esperienza come una grande avventura. Hanno un sacco sulle spalle e hanno bisogno di essere sereni e felici. Sono tutti bravi ragazzi, meglio di alcuni dei miei parrocchiani”.

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