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Moggi: “Per tornare nel calcio mi appellerò alla Corte Europea” (foto)

L’ex-dirigente bianconero, dopo la sentenza della Cassazione che ha annullato la condanna per avvenuta prescrizione, alza il tiro: “Ci metto la faccia, non temo nessuno”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Luciano Moggi non molla: l'ex-dirigente bianconero, dopo la sentenza di Cassazione che ha annullato la condanna perché il reato è entrato in prescrizione (ma confermando, dunque, che l'illecito c'è stato), annuncia che intende fare ricorso per ottenere la cancellazione della radiazione sportiva e rientrare così nel mondo del calcio. Lo ha ammesso lo stesso ex dg della Juventus, per nulla intenzionato a deporre le armi anche dopo il verdetto della Suprema Corte. E le sue ragioni fanno il paio con quelle della Juventus che, in seguito alla sentenza della Cassazione, è tornata a reclamare i due scudetti che la giustizia sportiva le aveva revocato, di cui uno assegnato all'Inter d'ufficio e l'altro rimasto senza assegnazione.

"La mia battaglia va avanti –  ha detto intervistato da Radio Crc – mi rivolgerò alla Corte Europea dei diritti dell'uomo per cancellare anche la radiazione sportiva e tornare nel mondo del calcio". L'ex-dirigente della Juventus ha poi dato la sua versione della sentenza, spiegando che: "sono stati assolti due arbitri", ha raccontato riferendosi ai due ex-fischietti Antonio Dattilo e Paolo Bertini, "che erano coinvolti in frode sportiva quindi non è vero che la Cassazione non ha assolto. Gli interessi personali non c'erano e poi la frode sportiva e l'associazione a delinquere da solo non avrei potuto farla", ha concluso, "ci ho sempre messo la faccia perché non temo nessuno".

Parole che sicuramente scateneranno nuove polemiche. La Cassazione ha cancellato le condanne di secondo grado per avvenuta prescrizione per quanto riguarda Luciano Moggi (2 anni e 4 mesi), ma anche Antonio Giraudo (all'epoca amministratore delegato della Juventus), Pierluigi Pairetto (ex-designatore arbitrale), Innocenzo Mazzini (vice-presidente della Federcalcio). Sono stati invece assolti Dattilo e Bertini perché il fatto non sussiste, mentre per Massimo De Santis, seppur con sospensione della pena, sono stati confermati i dieci mesi di reclusione. Se ne parlerà, insomma, ancora a lungo.

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