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Moggi: “Il fallo di Iuliano su Ronaldo era rigore”

L’ex dg della Juve rivela: “Moratti mi voleva all’Inter”
A cura di Alessio Morra
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ero fallo quello di iuliano su ronaldo

Luciano Moggi dopo sedici anni ammette che era da rigore il fallo di Iuliano su Ronaldo, immagine storica di un’accesissima sfida tra Juventus e Inter. L’ex d.g. bianconero però ancora oggi giudica la reazione sconsiderata dei dirigenti e dei tifosi nerazzurri:“Riguardando al presunto fallo da rigore di Iuliano su Ronaldo, a distanza di tanti anni posso dire che lo avrei fischiato. Ma lo scandalo fu la reazione degli interisti. Veemente. Sconsiderata. Provai veramente disgusto.”

Nella sua autobiografia ‘Il pallone lo porto io’ curata da Andrea Liguabue, Moggi ha parlato anche di quando per qualche settimana lavorò, in modo non ufficiale, per l’Inter: “La carta dell’accordo con l’Inter ovviamente è intestata, ce l’ho ancora in cassaforte e ci sono timbro e firma del presidente Moratti. Ma saputa quella notizia lo chiamai dicendo: ‘Non posso dirle, me ne vado dall’Inter, perché ufficialmente non sono un dirigente nerazzurro, ma che non verrò mai a lavorare per lei, questo si glielo posso dire’.”

Negli stralci riportati dalla ‘Gazzetta dello Sport’ Moggi lancia delle stoccate a Del Piero e Zidane ed incensa Antonio Conte, il vero leader della ‘sua’ Juve: “Del Piero? Le bandiere non prendono palate di euro a stagione, con la firma sul contratto che arriva solo dopo trattative estenuanti. Zidane? Un genio, non un leader. Alla Juve in campo e negli spogliatoi il faro era Antonio Conte.

Nel mirino di Moggi è finito anche Pierluigi Collina, che nel 2000 decise di far giocare il match tra Perugia e Juventus nonostante il ‘Curi’ non fosse completamente praticabile: “Lo scudetto del 2000 lo perdemmo per colpa dell’arbitro Collina. Una della pagine più vergognose del nostro calcio. Ma quel giorno sbagliai anche io. Avrei dovuto ritirare la squadra. Magari quel giorno rise anche il Milan, storico avversario della Juventus, e forse pure Collina, viste le telefonate intercettate ed emerse nel processo di Calciopoli, in cui era evidente l’amicizia tra il fischietto viareggino e i dirigenti milanisti.”

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