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Modello Atalanta: spese oculate e plusvalenze. Quanto è cresciuto il valore della rosa

Ecco il miracolo Atalanta: dal conto totale dell’investimento operato dalla proprietà per mettere in piedi questo collettivo, ovvero 75 milioni di euro e rotti, all’attuale valore di mercato dell’intera rosa, che sfiora i 200 milioni, alle migliori plusvalenze possibili in base agli exploit dei vari Mancini, Hateboer, Zapata, Freuler o Toloi.
A cura di Salvatore Parente
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L’Atalanta vola e ormai non può più nascondersi: la Champions, anche alla luce del pesante successo sul terreno di gioco del Napoli, è ora obiettivo concreto. Merito di una squadra che gioca un calcio importante, internazionale, a ritmi elevatissimi e con picchi di qualità straordinari ma anche di una rosa che, man mano, sta crescendo a vista d’occhio. Sotto la sapiente direzione del tecnico Gasperini, vate, guida, leader spirituale e tecnico del gruppo e di una oculata selezione dei talenti da aggiungere ad un roster che, anno dopo anno, seguendo le leggi del mercato, perde pezzi pesanti, dai Cristante ai Gagliardini agli Spinazzola, dai Caldara ai Conti, ai Kessié e ai Petagna. Solo per parlare dei più recenti.

E così, gli orobici, pur non essendo una compagine spendacciona, anzi, si ritrovano ad accarezzare un sogno enorme, immenso, inimmaginabile pur avendo investito per l’intero parco giocatori attualmente a disposizione, appena 75 milioni di euro e spiccioli. Ovvero: il decimo costo complessivo registrato su 20 club di Serie A dietro anche a realtà come Fiorentina, Sampdoria o Sassuolo. Insomma, qualcosa di grande. E così, dal computo totale dell’investimento per mettere in piedi questo collettivo alle migliori plusvalenze possibili in base ai valori del portale specializzato Transfermarkt.it, ecco, anche sul mercato, il miracolo Atalanta.

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75 milioni di euro di investimenti per una rosa da quasi 200 milioni

La grandezza di questo sogno viene da lontano. Da una società sana, seria, solida e che ha sempre puntato, anche grazie al compianto Mino Favini, per oltre venti anni responsabile del settore giovanile atalantino, sulla propria cantera. Sfornando, senza soluzione di continuità, una caterva di ottimi calciatori. Da cui, poi, si sono originate plusvalenze milionarie che hanno consentito ai lombardi di poter continuare su questa strada. Qualità e sostenibilità.

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E infatti, spulciando i bilanci degli ultimi dieci bilanci di mercato, fra entrate e uscite, l’Atalanta risulta terza per disavanzo con ben 61 milioni di euro incassati in questo lasso di tempo. Dietro all’Udinese, a quota 163,5, e al Genoa, a 158,3. Poi, solo nerazzurro.

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Mentre negli ultimi cinque esercizi, sempre contando la somma delle perdite e degli utili in sede di trasferimenti, solo il Genoa chiude sempre in attivo con i bergamaschi, a quattro esercizi col semaforo verde, appena dietro. E poi, come non bastasse una cifra su tutte rende onore alla programmazione di questa che, oltre ad essere una gran bella squadra di calcio, è una realtà di riferimento, da prendere a modello.

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L’investimento complessivo per allestire la rosa a disposizione di Gasperini è costato appena 75 milioni di euro, per un club che ora, con la cura Gasp e con le magie dei tanti suoi protagonisti, vale 193,95 milioni di euro. Facendo segnare un +61% e un +118 milioni di euro. L’Atalanta, ha già conquistato la sua Champions. Quella dei conti in ordine e della crescita delle risorse umane a disposizione.

Gli aumenti di valore più significativi: Freuler, Hateboer e Mancini

E poi ci sono gli scout che, andando in giro per l’Europa, e non solo, riescono a piazzare colpi davvero sensazionali. Da carneadi sconosciuti, e che fanno pure arrabbiare un esigente Gasperini, a prospetti di sicura affidabilità il passo è breve con tanti elementi in questa rosa a testimoniare la bravura degli osservatori orobici. Che, poi, affidando questi diamanti grezzi all’ex allenatore dell’Inter, trovano la quadra, l’alchimia perfetta.

E così, ti ritrovi con un Freuler, prelevato per 800mila euro dal Lucerna, martedì sera sconfitto dal Thun nella semifinale della coppa elvetica, che oggi vale almeno 16 milioni di euro. E così, quando il tuo Caldara firma per la Juventus, ti ritrovi con un Mancini, pagato appena 1 milione di euro dal Perugia, con un market value, restando bassi, da 15 milioni. Con Hans Hateboer, che ha vissuto la stessa parabola/evoluzione, divenendo, oltre che nazionale olandese, un elemento molto apprezzato sul mercato ma per il quale, al momento, occorrono almeno 10 milioni. Costo dell’operazione? Appena 340mila euro dal Groningen. E questo, solo per i migliori tre quanto a plusvalenze.

Duvan Zapata, mister 26 milioni che va per i 50

Poi però ci sono anche pesanti e poderosi investimenti. La scorsa estate, infatti, Percassi decide di fare uno strappo alla regola, aurea della sostenibilità, e pagare, per un attaccante, al secolo Duvan Esteban Zapata Banguero, qualcosa come 26 milioni di euro: 14 per il prestito biennale, 12 per il riscatto dalla Sampdoria.

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Una cifra astronomica per le casse degli atalantini e che, fino al 3 dicembre, stava pagando pochissimo. Appena 3 gol e la macchia di bidone della stagione nerazzurra. Poi, dalla sconfitta casalinga col Napoli di inizio dicembre, Zapata si risveglia, prende in mano l’attacco dei suoi e, assistito alla grande dai fluidificanti sugli esterni e dai vari Ilicic e Gomez, mette insieme 23 gol in 22 gare totali esplodendo verso cifre, restando bassi, che partono dai 35 e arrivano ai 50 milioni di euro. Col colombiano, che da gennaio ha fatto meglio di tutti, eccetto Messi, seguito da mezza Italia, Premier e non solo. Il modello ammette qualche eccezione ma funziona, eccome.

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