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Milik bomber da record, come e quanto segna la punta rigenerata da Ancelotti

Il polacco ha la miglior media realizzativa della Serie A, una rete ogni 103.2 minuti. Con Ancelotti tira di più e partecipa di più al gioco. Ha segnato più di quanto ci si poteva aspettare in base alla posizione e alla tipologia delle conclusioni: 14 reti con 70 tiri (41 di sinistro, 18 di testa, 11 di destro). Con lui al centro dell’attacco, gli azzurri hanno più opzioni per cercare la porta. Milik può esaltare la ricerca della verticalità e sfruttare ancora meglio l’intesa con Insigne.
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La doppietta dell'andata al Parma ha segnato l'inizio della svolta. La doppietta al ritorno ha certificato Arek Milik come il bomber più efficace della Serie A. Ha segnato 14 gol in 22 partite, uno ogni 103.2 minuti. Meglio anche di Krzysztof Piatek e Cristiano Ronaldo.

Come e quanto segna Milik in questa stagione

Secondo il modello degli expected Goals (xG) di Opta, Milik ha segnato più di quanto ci si poteva aspettare in base alla posizione e alla tipologia delle conclusioni (10,49 xG). Quinto miglior cannoniere della Serie A, ottavo in quella puramente teorica degli xG, Milik ha realizzato le sue 14 reti con 70 tiri: 41 di sinistro, 18 di testa, 11 di destro. Conclude soprattutto dall'interno dell'area, solo 20 i tentativi da fuori. Un cambiamento chiaro rispetto alle ultime due stagioni, in cui ha tirato dalla distanza complessivamente 16 volte su 45.

Il prospetto dei tiri di Milik nelle sue stagioni al Napoli
Il prospetto dei tiri di Milik nelle sue stagioni al Napoli

Quest'anno, Milik ha cercato al massimo sette volte la porta in una stessa partita: nello 0-0 contro il Torino, nel 2-1 sulla Lazio di fine gennaio, nel successo 1-0 a Cagliari prima di Natale. Con sei gol nelle ultime sette partite, e già quattro doppiette firmate in stagione, la centralità del polacco è uno degli scarti principali rispetto alla gestione Sarri che esaltava la velocità e l'attacco “piccolo”.

Al netto degli infortuni che l'hanno evidentemente frenato a Napoli, la crescita negli ultimi tre anni in termini di rendimento e di presenza in attacco è evidente. E' passato da 0.3 gol a partita agli attuali 0.6, ha più che raddoppiato la media di tiri a partita, salita da 1.3 al primo anno a 1.5 fino ai 3.2 di questa stagione, sui livelli del suo primato personale in campionato, i 3.5 di media all'Ajax nell'Eredivisie. Subisce decisamente più falli e partecipa di più alla fase di costruzione. Ha distribuito 17 passaggi chiave in totale, 0.8 a partita, e completato 13.1 appoggi di media, un progresso chiaro rispetto alle ultime stagioni in cui non raggiungeva gli otto passaggi riusciti a partita.

L'evoluzione del rendimento offensivo di Milik (Fonte: whoscored)
L'evoluzione del rendimento offensivo di Milik (Fonte: whoscored)

I meriti di Carlo Ancelotti

La doppietta di Parma è rivelatrice. Ha segnato il primo gol su punizione, che Ancelotti gli suggerisce di tirare rasoterra riprendendo un consiglio di Cristiano Ronaldo. Al suo terzo gol su punizione in stagione segue uno sviluppo per certi versi inatteso. Nonostante Mertens fosse meglio piazzato, Milik fa da solo, si porta la palla sul sinistro e mette a frutto l'egoismo del centravanti.

In una squadra che continua ad attaccare prevalentemente dalla sinistra, anche se non con l'asimmetria marcata dell'era sarriana (da quel lato matura il 41% delle azioni e nasce il 26% delle conclusioni), Milik rende meglio quando ha vicino una seconda punta che possa girargli intorno e aprirgli spazi. Si integra meglio con Insigne, ormai definitivamente trasformato da ala con facoltà di rientrare e tirare in una seconda punta. Con meno compiti difensivi, si è fatto più efficace sotto porta: nello scorso campionato, infatti, ha segnato un gol ogni 22 tiri, quest'anno finora uno ogni 12 conclusioni.

Lo sviluppo delle azioni del Napoli nella Serie A 2018-19 (fonte: whoscored)
Lo sviluppo delle azioni del Napoli nella Serie A 2018-19 (fonte: whoscored)

Come cambia l'attacco del Napoli

Il Napoli di Ancelotti cerca di combinare, nello sviluppo del gioco, la ricerca dell'ampiezza con una più marcata tendenza alla verticalità. Rispetto alla scorsa stagione, il possesso palla è sceso dal 60,3% al 55,7% e sono aumentati i lanci lunghi, da 52 a 60 ogni 90 minuti. Per ogni conclusione, in media, servono 33 passaggi, 12 in meno dell'anno scorso. Il polacco, che gioca con la maglia numero 99 perché grande appassionato di hockey dove è particolarmente diffuso, favorisce una ricerca più diretta della verticalità.

La struttura più usuale del suo 4-4-2 prevede Callejon a destra e un giocatore più associativo, una mezzala di fatto, a sinistra come Fabian Ruiz, almeno fino alla sua evoluzione da regista dopo la partenza di Hamsik, Zielinski o Verdi. Una scelta che si spiega con la volontà di occupare corridoi e spazi di mezzo da quel lato, contando sulla maggiore spinta offensiva che può garantire Ghoulam.

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In questa struttura, Milik moltiplica le opzioni in attacco, consente al Napoli di giocare anche con il fisico e non solo con la creatività. L'effetto si può misurare nelle variazioni di assetto tra primo e secondo tempo a Firenze. Al Franchi il Napoli parte con Insigne e Mertens in attacco, assume una disposizione più aperta, con Callejon e Ghoulam più staccati dal resto della squadra, almeno in termini di posizioni medie occupate in campo. Nel secondo tempo, con l'ingresso di Milik che diventa l'uomo più avanzato in fase di possesso, il Napoli alza il baricentro di sei metri, la disposizione della squadra si fa più stretta e leggermente più lunga.

Come cambia il Napoli tra primo e secondo tempo in casa della Fiorentina (Fonte: Lega Serie A)
Come cambia il Napoli tra primo e secondo tempo in casa della Fiorentina (Fonte: Lega Serie A)

Dove può migliorare

Ha due grandi passioni, Arek, il calcio e la buona cucina, e le ha messe insieme nel ristorante che ha aperto a Katowice dove aveva iniziato a giocare: l'ha chiamato Food&Ball, e più chiaro di così non avrebbe potuto essere. Guarda avanti, pensa su più livelli, anche in campo. E questo potrà aiutarlo a completare l'ultimo step di sviluppo per fare del tutto la differenza nel Napoli.

  • In fase di non possesso, l'applicazione del pressing alto può essere più decisa e coordinata, soprattutto contro squadre che gestiscono l'uscita bassa del pallone e riescono a saltare la prima linea di pressing.
  • In fase di possesso, invece, andare di più incontro alla palla, anche nello stretto, gli potrebbe consentire di incidere di più contro difese più strette e più attente in Serie A. Il polacco, infatti, non ha ancora segnato in questa stagione contro Juventus, Inter, Milan o Roma, le altre che occupano i primi cinque posti della classifica. E non è un caso.

Gli resta il rimpianto della grande occasione all'ultimo minuto ad Anfield, di quel fiore non colto che avrebbe potuto consentire al Napoli di continuare in Champions League. E insieme, il desiderio di segnare il primo gol in stagione anche in Europa League, magari per timbrare già la prima sfida del Napoli contro una squadra austriaca, il Salisburgo del capocannoniere della manifestazione, Dabbur, negli ottavi. Il modo migliore per diventare davvero l'oro di Napoli.

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