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Milan, Montolivo: “Inzaghi come Prandelli, ma deve usare il bastone!”

Il capitano rossonero ha parlato dell’attuale momento del Diavolo, dei primi mesi di gestione del nuovo tecnico e delle ambizioni del presidente Silvio Berlusconi.
A cura di Alberto Pucci
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Nel bene, ma soprattutto nel male, è sempre il primo a metterci la faccia. Riccardo Montolivo è uscito dal tunnel del lungo infortunio, riprendendosi il suo Milan e tornando a farsi sentire in mezzo al campo. In una squadra che, forse, pecca di voci forti all'interno dello spogliatoio (sono lontani i tempi dei vari Maldini, Costacurta e Gattuso), quella del rientro del centrocampista di Caravaggio è una notizia che ha rasserenato il popolo milanista, già "stizzito" da un girone d'andata con troppi alti e bassi. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l'ex giocatore della Fiorentina ha parlato del momento negativo della sua squadra: "Penso che il nostro sia un problema mentale – spiega il "Monto" – Ho notato che non riusciamo a tenere attaccata la spina per tutta la partita. Questa è la differenza tra noi e le altre squadre di vertice. In questo momento la classifica rispecchia giustamente il nostro campionato, ma se torniamo ad avere uno spirito operaio possiamo giocarcela con tutti". L'obiettivo è distante cinque punti, quelli che separano il Milan dalla Lazio. Il terzo posto è sempre nella testa di tutti, Silvio Berlusconi compreso: "Mi sembra giusto che il presidente sogni di centrare la Champions League – spiega il capitano – La realtà, però, dice che ci sono squadre che al momento sono meglio attrezzate. Berlusconi ha un carisma indiscutibile, ci carica e ci stimola ogni volta che viene a Milanello".

Il bastone di Pippo – Nei pensieri del regista rossonero c'è anche il tecnico Filippo Inzaghi. Già elogiato in diverse occasioni, l'allenatore piacentino incassa altri complimenti dal suo giocatore: "Autorità e idea di gioco chiara, mi ricorda il Prandelli di Firenze – afferma Montolivo – Non è scontato avere queste doti quando sei un tecnico giovane. E' un tipo sanguigno, viscerale, una calamità per tutti noi, ma deve ancora imparare il mestiere. Sono sicuro che diventerà un grande allenatore. Troppo buono con la squadra? Non penso. In questo momento, però. probabilmente serve più il bastone che la carota". La delusione del tifo milanista è soprattutto indirizzata verso due giocatori che avrebbero dovuto fare la differenza: "El Shaarawy e De Sciglio devono imparare ad essere un po' più cat­ti­vi – conclude – Non sono preoccupato del loro calo, che trovo fisiologico dopo il grande inizio. Vanno tutelati perché sono un pa­tri­mo­nio per il Milan e per la nazionale azzurra".

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